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Iran, notte di proteste e sangue: almeno 15 morti, donne manganellate nella metropolitana

In Iran le proteste per la morte di Masha Amini, la 22enne uccisa dalla polizia morale dopo l’arresto, sono entrate nel terzo mese e non accennano a placarsi. Ieri altre 15 persone morte, dura repressione della polizia anche nei treni della metropolitana.
A cura di Davide Falcioni
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Una nuova notte di caos e violenza con decine di morti e feriti e numerosi arresti: in Iran le proteste per la morte di Masha Amini, la 22enne uccisa dalla polizia morale dopo l'arresto, sono entrate nel terzo mese e non accennano a placarsi.

Al contrario, le contestazioni – iniziate dopo il presunto omicidio della giovane, avvenuto il 16 settembre – si sono intensificate negli ultimi giorni in occasione della commemorazione delle mobilitazioni del 2019, in cui persero la vita 300 persone. Solo nella giornata di ieri sono morte almeno 15 persone; tra loro, anche un bambino di 9 anni.

"Donna, vita, libertà" è stato lo slogan risuonato ieri sera in molte città iraniane, a Teheran, Gorgan, Sanandaj o Isfahan, dove i manifestanti hanno danzato intorno ai falò. Il caos causato dalle proteste è stato "sfruttato dai gruppi terroristici", hanno riferito i media locali: a Ize, nel Sud del Paese, uomini armati in sella a delle motociclette hanno aperto il fuoco sui passanti e sulla polizia nel mercato centrale della città, uccidendo almeno sette persone e ferendone 15.

Tre sospetti sono stati tratti in arresto per il loro presunto coinvolgimento nell'attacco, ha riferito Ali Dehqani, direttore del Dipartimento di Giustizia del Khuzestan, dove si trova Ize. In città si sono verificati pesanti scontri la scorsa notte e i manifestanti hanno dato fuoco a un seminario religioso, secondo Tasnim.

In un altro attacco, uomini armati su motociclette hanno sparato contro le forze di sicurezza a Isfahan, uccidendo due basiji (militanti islamici) e ferendone altri otto. Inoltre, tre persone sono morte nella città di Semirom, nella provincia di Isfahan, in circostanze non chiarite dalle autorità.

A Teheran – capitale dell'Iran – le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui viaggiatori in una stazione della metropolitana e hanno picchiato le donne che non indossavano il velo obbligatorio per i capelli.  filmati condivisi sui social media mostrano i passeggeri che corrono verso le uscite, con molti di loro che cadono e vengono calpestati, dopo che la polizia ha aperto il fuoco su una piattaforma affollata.

In Iran almeno 326 persone, tra cui 43 minorenni, sono state uccise nella repressione della polizia, secondo l'Ong Iran Human Rights, con sede a Oslo. Inoltre, finora cinque persone sono state condannate a morte per la loro partecipazione alle manifestazioni, mentre circa 2.000 sono state accusate di vari reati legati alle proteste.

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