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In Polonia è stata rinvenuta una fossa comune con all’interno i resti di 500 persone

Scoperta a Chojnice una fossa comune risalente alla II guerra mondiale. Al suo interno i resti di 500 persone. I ricercatori hanno inoltre annunciato di aver ritrovato diversi effetti personali delle vittime tra cui fedi nuziali, resti di Bibbie tascabili, penne stilografiche, occhiali da vista e orecchini.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una fossa comune descritta come uno dei reperti più importanti della seconda guerra mondiale in Polonia è stata scoperta nella periferia della città di Chojnice. Al suo interno, almeno una tonnellata di resti umani. Secondo gli esperti, i resti ritrovati appartengono a circa 500 persone che sono state fucilate dai soldati nazisti. Nella fossa comune sono stati ritrovati anche oggetti preziosi, forse appartenenti alle vittime. Tra questi una fede nuziale, diversi orecchini  e un orologio. Non solo gioielli, anche oggetti come penne stilografiche, portasigarette, occhiali da vista, gemelli e resti di Bibbie tascabili tra i reperti rinvenuti.

Nella fossa sono stati trovati anche 250 proiettili e resti di armi appartenenti ai soldati. Il luogo dell'esecuzione è stato scoperto l'anno scorso, ma soltanto adesso i ricercatori hanno potuto effettuare ulteriori scavi, rinvenendo così i resti e i manufatti appartenenti alle vittime. I ricercatori dell'Istituto di archeologia ed etnologia dell'Accademia polacca delle scienze sono arrivati a questo risultato utilizzando tecnologia e testimonianze per poter capire la storia dei reperti rinvenuti.

Sono stati assassinati circa 40 civili e un sacerdote, oltre a 200 pazienti psichiatrici, i cui resti sono stati poi gettati nella fossa comune. Molti cadaveri sono stati bruciati per nascondere le prove di quanto accaduto. Nonostante i tentativi di coprire le tracce degli omicidi, i residenti hanno sempre conservato il ricordo di quanto accaduto.

Tra il 1939 e il gennaio del 1940, i nazisti uccisero circa 30.000 polacchi nella regione della Pomerania. In quegli anni, la Valle della Morte di Chojnice divenne nuovamente teatro di esecuzioni di massa. All'interno di diverse fosse comuni venivano gettati i cadaveri di civili, oppositori politici e minoranze.

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