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La morte di George Floyd in Usa

Imitano la morte di George Floyd e postano la foto sui social: arrestati tre adolescenti

Indignazione in Inghilterra, dove due adolescenti di 19 anni e un 18enne sono stati arrestati per aver postato sui social media un’immagine nella quale imitano la morte di George Floyd, 46enne afroamericano ucciso una settimana fa durante un fermo di polizia a Minneapolis: “Questi ragazzi avranno una seconda possibilità, ma George Floyd no. Dovrebbero vergognarsi”.
A cura di Ida Artiaco
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Il ginocchio sul collo dell'amico, imitando la triste quanto ormai nota scena della morte di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso una settimana fa durante un fermo di polizia a Minneapolis (Minnesota, Stati Uniti). Poi, la condivisione di quello scatto irrisorio su Snapchat e altre piattaforme social accompagnato dalle parole "brutalità della polizia". Una bravata di cattivo gusto che però è costata cara a tre adolescenti inglesi che sono stati arrestati con l'accusa di crimine d'odio a Gateshead, nella contea di Tyne and Wear, e che ha provocato un'ondata di indignazione in tutto il mondo. Stando a quanto riferito da un portavoce delle forze dell'ordine della Northumbria, i due 19enni e un compagno di 18 anni sono poi stati rilasciati su cauzione: "Comprendiamo che questo post sui social media ha causato gravi turbamenti e vogliamo rassicurare il pubblico che stiamo procedendo con le indagini in modo approfondito", ha aggiunto.

L'episodio si è verificato la scorsa settimana. Dopo la pubblicazione della foto da parte dei tre adolescenti, la stessa immagine è stata condivisa sulla pagina Facebook della Warwick University, dove ha suscitato immediatamente critiche e proteste. Uno studente di 16 anni ha così commentato la vicenda: "Sono molto arrabbiato, e come me tantissime persone. Per me questo è un reato, si stanno chiaramente prendendo beffa di una persona che sta per morire. Questi ragazzi avranno una seconda possibilità, ma George Floyd no. Dovrebbero vergognarsi". La polizia ha così fatto partire un'indagine che ha portato all'identificazione dei tre ragazzi che sono stati fermati perché accusati di aver "inviato comunicazioni che causavano ansia e angoscia".

Intanto, continuano in tutto il mondo le proteste dei manifestanti per la morte di George Floyd, deceduto lunedì scorso a Minneapolis durante un fermo di polizia e dopo che un poliziotto bianco gli aveva premuto con violenza per 8 minuti e 46 secondi il ginocchio sul collo quando era disarmato e immobilizzato, tra le proteste dei passanti e mentre lui stesso urlava: "Non riesco a respirare". In quindici stati Usa è entrata in azione la Guardia nazionale per tentare di arginare i disordini e almeno 40 città comprese Chicago e Los Angeles, hanno adottato il coprifuoco, ma disordini si sono verificati anche a Londra e Berlino.

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