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Il racconto degli italiani sotto le bombe a Tel Aviv: “Esplosioni continue, non sappiamo come tornare”

Abbiamo raggiunto al telefono un gruppo di italiani che si trovano bloccati a Tel Aviv sotto i bombardamenti. “Abbiamo le esplosioni sulla testa e non riusciamo a rientrare in Italia”.
A cura di Antonio Musella
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Gli attacchi di Hamas verso Israele vanno avanti da due giorni con i razzi che piovono anche su Tel Aviv, schermata dal sistema Iron Dome. Le esplosioni hanno risuonato di notte e di giorno nella capitale israeliana, mentre l'esercito si prepara a sferrare un attacco verso i territori palestinesi nelle prossime ore. Molti i turisti che sono stati sorpresi dai bombardamenti a Tel Aviv, tra cui anche diversi italiani. Fanpage.it ha raggiunto al telefono Giuseppe Migali che si trova insieme ad un gruppo di amici, tutti italiani, in vacanza in Israele, che ci ha raccontato come stanno vivendo i nostri connazionali queste ore drammatiche.

"Siamo passati dalla vacanza alla guerra"

Giuseppe Migali insieme ai suoi amici si trova in un albergo nel pieno centro di Tel Aviv, nel cuore della city che è stata uno dei bersagli del lancio di razzi degli ultimi due giorni. La controaerea israeliana è entrata in azione e le sirene di allarme hanno suonato in tutta la città. "Siamo passati da una vacanza a trovarci in una guerra all'improvviso – ci spiega Giuseppe al telefono – siamo andati nel panico, anche perché non avevamo indicazioni, non sapevamo dove si trovavano i rifugi e dove dovevamo ripararci. Venerdì sono arrivati i primi bombardamenti, e in quel momento non ci siamo nemmeno resi conto di cosa stesse accadendo. Abbiamo visto i razzi nel cielo di mattina presto, poi dopo la situazione è ritornata alla normalità". Nella giornata di sabato invece la situazione è peggiorata ulteriormente. "Ci siamo resi conto che la controaerea era in azione, le strade erano deserte e spettrali. Sabato sera sono scattate nuovamente le sirene, è stato davvero orribile. Avevamo le esplosioni proprio sulla nostra testa, il quartiere dove ci troviamo è stato uno dei bersagli principali dell'attacco. Vedevamo i lampi di luce e poi le esplosioni proprio sulla nostra testa. Siamo poi scappati nel rifugio dove abbiamo passato la notte. Con il passare del tempo la situazione si è fatta angosciante anche nel rifugio, continuavamo a sentire le esplosioni ed abbiamo iniziato ad avere davvero paura. Il bombardamento si è fermato intorno alle 22 di sera e solo dopo siamo usciti dal rifugio e siamo tornati a dormire". Nella serata di ieri Hamas ha lanciato circa 150 razzi verso Tel Aviv, la gran parte dei quali neutralizzati dalla controaerea dell'esercito israeliano.

"Siamo bloccati qui, non sappiamo come tornare in Italia"

Per i nostri connazionali in Israele la guerra è stato un elemento di sorpresa, tanto che proprio in queste ore Giuseppe con i suoi amici sta provando a capire come rientrare in Italia, ma la situazione sembra ancora troppo complessa e difficile per trovare una soluzione. "Noi qui siamo bloccati, abbiamo sentito sia l'ambasciata che il centro per le emergenze, ma anche loro sono stati sorpresi dalla situazione. Qui era tutto tranquillissimo è tutto precipitato in poche ore. L'Ambasciata ci ha avvisato di quella che è la situazione, ma per il rientro dobbiamo trovare noi una soluzione. Al momento il nostro volo è stato cancellato, abbiamo rifatto un biglietto con una compagnia israeliana ma non abbiamo certezza che riusciremo a partire effettivamente" ci racconta Giuseppe. L'ultima notte è stata probabilmente la più dura per Tel Aviv, ma le prime ore della mattina di Domenica stanno passando in relativa tranquillità, non sono ancora suonate le sirene di allarme. "Fortunatamente, dopo un primo momento di spaesamento, ora abbiamo tutte le informazioni necessarie per metterci in sicurezza in caso di bombardamento – spiega – il gestore del nostro albergo ci ha mostrato tutte le procedure e come arrivare al rifugio e stare al sicuro. Certo per quanto si possa immaginare lo scenario viverlo di persona è sicuramente un'altra cosa e non si riesce mai a percepire il pericolo vero che si corre in queste situazioni". Intanto il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto ai nostri connazionali di non recarsi all'aeroporto di Tel Aviv senza avere un biglietto aereo.

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