Gli USA separarono famiglie di migranti al confine. Ora non trovano più i genitori di 545 bambini

Gli Stati Uniti non riescono più a trovare i genitori di 545 bambini, dopo averli separati al confine con il Messico nel 2017 per contrastare l'immigrazione irregolare. Una diretta conseguenza della più controversa politica di Donald Trump. A diffondere questi numeri è il New York Times, che racconta le testimonianze degli avvocati e delle organizzazioni che si occupano di rintracciare e riunire le famiglie separate alla frontiera americana. Al momento 545 bambini, rimasti negli Stati Uniti, sono ancora lontani dalle loro famiglie: circa 60 avevano meno di cinque anni quando i loro genitori furono deportati dalle autorità statunitensi. Ora Washington sta diffondendo annunci radiofonici in Messico e in America centrale per ritrovarli. Il quotidiano descrive scene di funzionari che setacciano le comunità rurali del Guatemala in motocicletta e di ricerche in Honduras tra i documenti pubblici sui rimpatri. Ma i genitori ritenuti "irraggiungibili" potrebbero essere molti di più di quanto non si credesse.

Questi nuovi dati, forniti dall'American Civil Liberties Union (ACLU), un’associazione che si occupa dei diritti dei migranti e che ha indetto la causa la quale ha portato un giudice a ordinare che genitori e figli venissero riuniti, evidenziano il vero impatto delle politiche migratorie di Trump. Le quali avevano innescato polemiche e indignazione, dopo che fotografie di bambini in lacrime portati via dai genitori, o rinchiusi in delle gabbie di metallo nelle strutture di accoglienza, avevano fatto il giro del mondo.

Da anni si cercano i genitori dei bambini immigrati rimasti negli States. Ora però è chiaro che i numeri sono ben più alti di quelli comunicati ufficialmente in passato. Due anni fa per la prima volta l'amministrazione Trump aveva fornito dei dati a riguardo, parlando di 2.700 bambini divisi dai propri genitori al confine. Da quel momento sono anche iniziate le operazioni, condotte principalmente da organizzazioni e attivisti per i diritti civili, per riunire queste famiglie. L'anno scorso però, un report dell'Health and Human Services Departement aveva fatto luce sulla vera portata del fenomeno, confermando che molti più padri e madri erano stati separati dai loro figli. Si parlava anche di un programma segreto attuato a El Paso tra giugno e novembre 2017 prima che il governo statunitense parlasse apertamente della sua politica di "tolleranza zero".

Alla pubblicazione di questo documento, tuttavia, l'amministrazione Trump in un primo momento ha rifiutato di comunicare ulteriori dati, affermando che i bambini separati dai propri genitori e rimasti fino a quel momento presso famiglie adottive o case di accoglienza fossero già stati riportati nei loro Paesi di origine. Dopo un nuovo intervento della giustizia nel giugno del 2019, tuttavia, nuovi dati sono stati resi pubblici. È stato reso noto come più di 5.500 bambini fossero stati in realtà separati dai propri genitori: separazioni che in alcuni casi sono anche state considerate legittime in nome della fedina penale di questi ultimi.

Riunire le famiglie si sta però rivelando complicato. Ci sono una serie di problemi burocratici dati dall'assenza di documenti ufficiali su diverse iniziative della campagna di zero tolerance. La pandemia di coronavirus e il lockdown hanno poi peggiorato la situazione, interrompendo gli sforzi di molte associazioni e organizzazioni impegnate nel rintracciamento di genitori e figli separati al confine. Nel frattempo l'amministrazione Trump continua in parte a sostenere che il problema sia inesistente, dal momento che se molti figli rimangono ancora lontani dai genitori è perché questi hanno deciso che fosse meglio per loro restare negli Stati Uniti.