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Crisi grano, Zelensky: “Si rischia carestia alimentare e nuova ondata migratoria”

Crisi del grano e l’appello ai leader europei affinché intervengano per scongiurare una carestia alimentare al centro del consueto discorso della notte del presidente ucraino Zelensky.
A cura di Chiara Ammendola
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Crisi del grano, carestia alimentare e nuova ondata migratoria. Sono questi, tra gli altri, i temi affrontati dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto messaggio della notte durante il quale ha fatto appello ai leader europei affinché intervengano al più presto per scongiurare una carestia senza precedenti con decine di milioni di persone affamate e il rischio di una nuova ondata migratoria.

Zelensky ha espresso anche il dolore per la morte del giornalista francese Frédéric Leclerc-Imhoff, che lavorava per l'emittente BFM TV sottolineando che dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina lo scorso 24 febbraio sono stati uccisi 32 reporter.

Bene invece il sesto pacchetto di sanzioni Ue, approvato nella notte, con l'embargo sul petrolio russo, visto che era passato "molto tempo" dalle ultime misure contro Mosca approvate da Bruxelles: “La pausa per concordare nuove sanzioni in Europa è stata troppo lunga – ha lamentato Zelensky in una nota giunta in mattinata – il quinto pacchetto di sanzioni era stato presentato l'8 aprile, dunque è passato troppo tempo prima che si rafforzassero le sanzioni europee contro la Russia".

Il leader ucraino ha poi parlato del Donbass e dei combattimenti in corso in quella zona dell'Ucraina dove si sono concentrate le forze russe che hanno raggiunto "la massima potenza di combattimento". La situazione nell'area, che comprende le regioni ucraine di Donetsk e Luhansk parzialmente controllate dai separatisti filorussi, rimane "estremamente difficile". Le truppe di Mosca hanno continuato a bombardare Kharkyv e la regione di Sumy e "la lotta per la regione di Kherson continua", dice Zelensky. "Passo dopo passo stiamo liberando il nostro territorio – ha continuato – e ci stiamo gradualmente avvicinando al punto in cui la Russia dovrà deporre le armi, contare tutti i suoi morti e passare alla diplomazia".

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