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Cosa sappiamo della misteriosa epidemia intestinale che sta colpendo i malati di Covid in Nord Corea

La Corea del Nord alle prese con un nuovo disastro sanitario. Secondo gli esperti sanitari potrebbe essere colera o tifo.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo il Covid, è allarme in Corea del Nord per una "epidemia enterica acuta", che si è diffusa dalla città di Haeju, nella provincia dello Hwanghae Meridionale. Stando ai media statali, sono almeno 800 le famiglie colpite da questo virus che interessa l’apparato gastrointestinale e che secondo gli esperti sanitari potrebbe essere colera o tifo. Il nuovo focolaio, segnalato per la prima volta giovedì, mette ulteriormente a dura prova il Paese mentre combatte la carenza cronica di cibo e un'ondata di infezioni da Covid-19.

Il leader Kim Jong-un, riporta l'agenzia di stampa statale KCNA, ha già messo in atto misure di prevenzione, comprese le quarantene, lo "screening intensivo per tutti i residenti" e il trattamento speciale e il monitoraggio delle persone vulnerabili come bambini e anziani. L'agenzia ha anche segnalato altri 19.310 nuovi casi di febbre, senza dettagliare quanti pazienti sono risultati positivi al coronavirus. Complessivamente più di 4,6 milioni di persone hanno mostrato sintomi di febbre da quando un focolaio di Covid è stato riconosciuto per la prima volta a metà maggio. Al 19 giugno, la KCNA ha riportato 73 decessi per "febbre".

È difficile verificare in modo indipendente le notizia che arrivano dalla Corea del Nord a causa della mancanza di libertà di stampa nel paese. Ad ogni modo, il leader Kim Jong-un ha inviato ieri medicinali preparati dalla sua famiglia al comitato del Partito dei Lavoratori della città portuale occidentale di Haeju per aiutare i pazienti che soffrono di "epidemia enterica acuta", ha riferito la Kcna, senza specificare il numero delle persone colpite dal virus gastrointestinale.

Kim ha sottolineato la necessità di contenere la malattia il prima possibile adottando misure ben articolate per mettere in quarantena i casi sospetti al fine di bloccarne completamente la diffusione, confermando i casi attraverso esami epidemiologici e test scientifici", ha aggiunto il dispaccio dell'agenzia ufficiale.

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