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Chi è il nuovo premier Rishi Sunak e perché dovrà presto scontrarsi con la realtà del Regno Unito

Rishi Sunak è il nuovo premier della Gran Bretagna dopo le dimissioni di Liz Truss. Il Prof Luciano Bozzo a Fanpage.it: “Scelta che strizza l’occhio a tutto l’elettorato, ma resta incarnazione degli ideali conservatori. Dovrà scontrarsi con la realtà”
Intervista a Prof. Luciano Bozzo
docente di relazioni internazionali e studi strategici presso l'Università di Firenze
A cura di Gabriella Mazzeo
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È Rishi Sunak il nuovo premier britannico dopo Liz Truss che si è dimessa dopo soli 45 giorni dall'addio di Boris Johnson. A lui il compito di riunificare i conservatori e il Paese: non a caso, infatti, il partito ha puntato tutto sul 42enne di origini indiane. Una scelta che, almeno nell'immagine, punta ad abbracciare tutti i cittadini britannici dopo la feroce crisi economica che ha investito il Regno Unito.

"Bisogna però distinguere l'immagine dalla sostanza – ha sottolineato il Prof. Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali e studi strategici presso l'Università di Firenze -. La scelta del partito, visti anche gli sconvolgimenti di questo periodo, è stata molto accorta, ma Sunak è in realtà un'ottima incarnazione dei principi conservatori. La sua apparenza strizza l'occhio a tutte le classi sociali, ma non dobbiamo dimenticare che politicamente è cresciuto all'ombra di Boris Johnson".

Il Prof Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali e studi strategici presso l'Università di Firenze
Il Prof Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali e studi strategici presso l'Università di Firenze

Il partito conservatore ha scelto di puntare tutto su un premier giovane e figlio di immigrati. Si tratta di una decisione che punta a "riunificare"?

La scelta dei conservatori è molto accorta sia dal punto di vista sostanziale che di immagine. Sunak è molto giovane, è di origini indiane ed è molto dinamico, la sua figura può attrarre parti di elettorato che tradizionalmente sono meno vicine al partito conservatore. Bisogna però distinguere l'immagine dalla sostanza: non si tratta del figlio di due persone arrivate dall'India senza niente, ma viene da una famiglia borghese e ha studiato nelle migliori università inglesi e statunitensi. Dopo la laurea ha lavorato nell'alta finanza e ha sposato una ricca ereditiera.

Non è un uomo del popolo, il suo vissuto è decisamente in linea con l'immaginario comune di un esponente del partito conservatore. Anche dal punto di vista politico non dovremmo aspettarci grandi stravolgimenti rispetto a quanto predicato anche dai suoi predecessori.

In ambito economico si è espresso a favore della tassazione minima, un punto da sempre caro ai conservatori. Ora che è premier però ha sottolineato la gravità della crisi che il Paese sta affrontando, facendo intendere che queste misure non potranno essere applicate. Cosa dovremmo aspettarci? 

Le sue parole sono in linea con quelle del partito. Ora però deve fare i conti con i mercati e da uomo di finanza conosce molto bene la situazione. Si è inoltre reso conto dell'esito infausto della premiership di Liz Truss che prima di lui ha cercato di muoversi nella direzione di una flat tax. La sua politica è andata incontro a un fallimento clamoroso e la sua iniziativa è stata punita dai mercati. Non credo che Sunak ripeterà gli stessi errori.

Sul piano internazionale invece si era dichiarato a favore della Brexit nel 2016, ma da allora ha mantenuto un profilo basso sul tema. Come sarà il nuovo premier nei rapporti con l'Europa?

Ormai la Gran Bretagna è lontana dall'Europa, quella nave è salpata. È fuori dall'Unione ma mantiene il suo rapporto privilegiato. Non credo che ci saranno cambiamenti da questo punto di vista: Sunak continuerà a interfacciarsi su corsie preferenziali con Usa e Ue.

Non prevedo cambiamenti neppure per quanto riguarda la posizione inglese sull'Ucraina. Sunak resterà vicino alle dichiarazioni di Johnson e Truss, anche perché la politica estera e di sicurezza della Gran Bretagna è per tradizione molto stabile.

La morte della Regina è un altro degli eventi che ha sconvolto il Paese e proprio oggi Sunak ha incontrato il nuovo monarca Carlo III. Entrambi hanno il compito di unire il Paese sotto una nuova bandiera, in un certo senso. Dobbiamo aspettarci una sorta di politica comune?

Il Re accetterà la politica del primo ministro come sempre, questo è certo. Carlo non interverrà, anche se il suo carattere lo indurrebbe in tentazione. C'è da dire che l'intento unificante è comune a tutti coloro che hanno assunto ruoli di rilievo nel mondo in questo periodo. Gli sconvolgimenti dei quali parliamo si sono verificati anche in Francia, anche negli Usa durante la presidenza di Trump e in Italia. L'Occidente in questo momento ha un po' il compito di riabbracciarsi, dilaniato com'è dalla situazione internazionale incerta e dalla guerra in Ucraina.

Le fratture non sono mai di poco conto e non sono mai dovute a elementi passeggeri: tutto quello che sta succedendo in Gran Bretagna è il figlio di diverse piccole crisi internazionali che complicano la situazione.

Il primo ministro riuscirà davvero nel suo intento di raccogliere il Paese in una politica comune? Fino a poco tempo fa aveva la fama del "finanziere lontano dalla gente".

La sua figura può attrarre nonostante la sostanza della quale abbiamo parlato, ma io non credo che l'elettorato operaio possa dimenticare le posizioni che ha assunto negli anni in cui ha fatto politica all'ombra di Boris Johnson, né i programmi del partito conservatore. Bisogna vedere come gestirà la realtà che ha davanti.

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