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Cento miliardi di tasse non pagate, uno studio inchioda i giganti del web

Da Google passando per Netflix, Amazon e Facebook. Secondo uno studio del gruppo Fair Tax Foundation i giganti del web, le cosiddette “Silicon Six”, avrebbero pagato 96 miliardi di dollari in meno di tasse negli ultimi dieci anni rispetto a quelli che sono i rapporti finanziari effettivi. Secondo il rapporto queste aziende sposterebbero deliberatamente i propri profitti in Paesi a bassa tassazione per pagare meno tasse.
A cura di Chiara Ammendola
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Secondo un rapporto del gruppo Fair Tax Foundation i giganti del web, le cosiddette "Silicon Six", avrebbero pagato 96 miliardi di dollari in meno di tasse negli ultimi dieci anni rispetto a quelli che sono i rapporti finanziari effettivi: il dato si riferisce agli anni che vanno tra il 2011 e il 2020 e riguarda Amazon, Facebook, Google, Alphabet, Netflix, Apple e Microsoft.

Le sei società negli ultimi dieci anni avrebbero pagato 219 miliardi di imposte sul reddito, il 3,6% delle loro entrate totali che sono pari a oltre 6 trilioni di dollari. Come riportato dal Guardian, secondo lo studio le Silicon Six sposterebbero deliberatamente i propri profitti in Paesi a bassa tassazione per pagare meno tasse. Un esempio è quello di Amazon che "avrebbe avuto entrate per 1,6 trilioni di dollari, registrando profitti per 60,5 miliardi di dollari e pagando 5,9 miliardi di dollari di imposte sul reddito nel periodo che va dal 2011 al 2020. Mentre secondo lo studio Amazon avrebbe dovuto pagare 10,7 miliardi di dollari tasse su quei profitti in base alle aliquote fiscali internazionali, quindi l'imposta pagata in percentuale sull'utile è stata solo del 9,8% nel periodo 2011-20, la più bassa delle cosiddette Silicon Six"

Allo studio ha risposto prontamente Amazon che attraverso un portavoce ha contestato i calcoli effettuati dalla Fair Tax Foundatio definendoli "estremamente fuorvianti". "Amazon è principalmente un rivenditore in cui i margini di profitto sono bassi, quindi i confronti con le società tecnologiche con margini di profitto operativi vicini al 50% non sono razionali – si legge in una nota – i governi scrivono le leggi fiscali e Amazon sta facendo proprio quello che incoraggiano le aziende a fare: pagare tutte le tasse dovute e allo stesso tempo investire molti miliardi nella creazione di posti di lavoro e infrastrutture. Insieme a margini bassi, questo investimento si tradurrà naturalmente in un'aliquota fiscale più bassa". Paul Monaghan, amministratore delegato della Fair Tax Foundation, ha affermato che l'analisi del gruppo ha fornito "prove concrete che l'evasione fiscale è ancora parte di molte grandi multinazionali e forse nemmeno una riforma radicale delle regole fiscali internazionali porrà rimedio alla situazione" .

La risposta di Facebook e il silenzio delle altre

Facebook, gestito da Mark Zuckerberg, che ha una fortuna personale di 123 miliardi di dollari, secondo il dossier ha pagato solo 16,8 miliardi di dollari di imposte sul reddito in questo decennio, nonostante abbia realizzato profitti per 133 miliardi di dollari e ricavi per 328 miliardi di dollari. Anche in questo caso è arrivata la risposta di Facebook interpellato dall'azienda: "Tutte le aziende pagano le tasse sui loro profitti, non sui ricavi. L'anno scorso abbiamo pagato 4,23 miliardi di dollari di imposte sul reddito delle società a livello globale e la nostra aliquota fiscale media effettiva negli ultimi 10 anni è stata del 20,71%, che è più o meno in linea con la media OCSE". Alphabet, Apple, Netflix e Microsoft non hanno invece rilasciato dichiarazioni in merito al rapporto.

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