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Barcellona, scuola materna bandisce Cappuccetto Rosso: “E’ una favola sessista”

Una scuola materna di Barcellona ha eliminato numerosi titoli dalla propria biblioteca perché riprodurrebbero stereotipi educativi sessisti: tra questi, anche Cappuccetto Rosso e La Bella Addormentata nel Bosco.
A cura di Davide Falcioni
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La scuola materna Tàber di Barcellona ha deciso di ritirare dalla propria biblioteca duecento libri – pari a circa il 30 per cento del totale dei titoli disponibili – perché contenenti stereotipi di genere definiti ‘tossici’, poiché capaci di influire sulla visione del mondo acquisita dai bimbi e la riproduzione di ruoli autoimposti. Tra i titoli scartati c'è anche un grande classico della letteratura per l'infanzia: Cappuccetto Rosso, racconto che si ritiene proporrebbe un modello sessista. Ma non solo: anche La Bella Addormentata nel Bosco non ha superato "l'esame" dell'Asociación Espacio y Ocio e della commissione di genere della scuola – composta da insegnanti e genitori – giunte alla conclusione che più della metà dei libri destinati alla prima infanzia conteneva pregiudizi di genere diseducativi. Bandita anche la leggenda di San Giorgio e il Drago, con l'eroico personaggio maschile che deve uccidere il "mostro" per salvare la vita a una principessa indifesa.

Poiché i titoli potenzialmente problematici sarebbero decisamente troppi, e sguarnire la biblioteca della metà dei volumi sarebbe stata una pessima trovata, la commissione ha deciso di eliminare solo quelli più diseducativi dopo un'attentissima analisi dei personaggi in base al sesso, ai ruoli e naturalmente alle trame: l'attesa di un principe azzurro da parte di una "bella addormentata", ad esempio, non è stata ritenuta educativa per bambini di una scuola materna. Il prossimo passo sarà quello di filtrare con la lente di ingrandimento ugualitaria i racconti destinati alle elementari.

Naturalmente la decisione di scartare due grandi classici come La Bella Addormentata e Cappuccetto Rosso ha suscitato non poche polemiche, anche se le motivazioni addotte dalla commissione sono state giudicate tutt'altro che errate: "La società sta cambiando ed è più sensibile alle questioni di genere, ma i cambi non si riflettono nei racconti. La discriminazione riguarda anche libri per imparare l’alfabeto, i colori o le abitudini…", ha spiegato Anna Tutzó, una delle madri che fa parte della commissione addetta alla revisione del catalogo,

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