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L’allarme dei commercialisti: 460mila piccole imprese sono a rischio chiusura nel 2021

Il Barometro del Censis lancia l’allarme dei commercialisti: ci sono 460mila piccole imprese che rischiano di chiudere nel 2021. Ad oggi 370mila hanno dimezzato il proprio fatturato rispetto allo scorso anno e 415mila hanno meno della metà della disponibilità economica. Serve una svolta nelle misure di sostegno: più soldi e più rapidamente.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Le conseguenze della pandemia di Covid-19 sull'economia si fanno sempre più vicine e più reali. Il rischio annunciato è quello di una vera e propria decimazione delle piccole imprese italiane. Sono 460mila le aziende – con meno di dieci dipendenti e al di sotto dei 500mila euro di fatturato – che nel 2021 potrebbero non esserci più. Dal Barometro Censis-Commercialisti sull'andamento dell'economia italiana emergono i dettagli sullo stato di salute delle imprese. Dal crollo dei fatturati alle crisi di liquidità, il futuro ha tinte molto cupe. Troppo poco consistenti gli interventi pubblici, serve una svolta nelle misure di sostegno alle aziende, secondo i commercialisti, e soprattutto è necessario tagliare la burocrazia dove è inutile, non funziona e finisce per danneggiare ulteriormente gli imprenditori.

Piccole e medie imprese con fatturati dimezzati

I commercialisti, che vedono giorno dopo giorno come cambia il giro d'affari dei proprio clienti, lanciano l'allarme. Il Covid-19 potrebbe far scomparire il doppio delle piccole imprese che hanno chiuso negli ultimi dieci anni come conseguenza della grande crisi. Sono a rischio quasi un milione di posti di lavoro, per un fatturato di 80 miliardi di euro. Il 29% dei commercialisti segnala che le piccole imprese loro clienti hanno dimezzato il fatturato. Secondo il documento sono circa 370mila quelle che hanno subito questo vero e proprio crollo. La perdita è simile per quanto riguarda la liquidità: circa 415mila piccole aziende hanno la metà (o meno) della disponibilità economica di un anno fa.

Le misure di sostegno sono insoddisfacenti: serve una svolta

La maggior parte dei commercialisti non ritiene all'altezza le misure economiche messe in campo dal governo fino ad ora per sostenere le piccole imprese. Dagli aiuti al lavoro al sostegno alle famiglie, dal supporto alle aziende alle variazioni sulle tasse. Troppo poco secondo la categoria, serve una svolta importante. Più chiarezza nei testi delle misure e chiarimenti efficaci e veloci, per comprendere al meglio come aiutare gli imprenditori in difficoltà. La metà dei commercialisti chiede al governo anche investimenti maggiori per il sostegno economico e una velocizzazione delle tempistiche di erogazione. In sostanza più soldi e più rapidamente.

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