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Gualtieri: “L’Italia sta facendo meglio del previsto. Proseguiamo con il taglio del cuneo fiscale”

Secondo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, gli osservatori internazionali stanno dicendo che “l’Italia sta facendo un po’ meglio del previsto”. Ma al di là di stime e previsioni, “la vera sfida dell’Italia è quella di riprendersi il prima possibile da questa botta che il coronavirus ha determinato”. E l’unico modo per farlo, prosegue Gualtieri, è quello di tenere basso il numero dei contagi.
A cura di Annalisa Girardi
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"I dati sono positivi. Nel mese di luglio sono aumentati finalmente gli occupati di 85 mila unità, è un segnale, limitato ma positivo, di una ripresa che stimiamo sia in corso in questo terzo trimestre", così il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, commenta la situazione economica nel Paese dopo l'emergenza coronavirus. Parlando dei dati dell'Istat sul Pil, il ministro ha sottolineato che questi sono numeri che non hanno sorpreso, in quanto riferiti al trimestre del lockdown quando "abbiamo chiuso l'economia come era giusto fare, ma è ovvio che il Pil crolla".

Ma precisa: "Quel -8 è stato stimato prima che si sapesse quanto sarebbe durato il lockdown. Che è durato più del previsto, quindi poi tutti gli osservatori internazionali ci hanno comunicato stime molto peggiori, addirittura -13, mentre noi abbiamo sempre detto che molto probabilmente sarà peggio del -8, ma non così tanto. E ora ci sembra che anche tutti questi previsori stiano dicendo che l'Italia sta facendo un po' meglio del previsto". Gualtieri sottolinea come tutti questi numeri siano importanti, ma non vadano sopravvalutato: "La vera sfida dell'Italia è quella di riprendersi il prima possibile da questa botta che il coronavirus ha determinato", afferma il ministro aggiungendo che ovviamente perché ciò avvenga il numero dei contagi deve rimanere sotto controllo.

Il Recovery Fund

Il ministro interviene anche sui soldi in arrivo da Bruxelles. "Ci chiedono perché corriamo così tanto, ci dicono di prendercela comoda perché la maggior parte dei Paesi presenterà il Recovery Plan, quello finale, ad aprile che è la data prevista dai regolamenti. Ma noi siamo tra quelli che vogliono correre di più e avere già ad ottobre le linee di fondo per interloquire subito con la Commissione europea", racconta Gualtieri. Annunciando che quindi i primi soldi potranno arrivare nei primi mesi del 2021.  

La riforma fiscale

Gualtieri ha poi parlato di un importante obiettivo del governo, quello della riforma fiscale, che però non potrà "essere finanziata con delle risorse che sono invece temporanee, anche se molto significative, come quelle del Recovery Fund", ma avrà bisogno di investimenti per coprirne il costo strutturale. "La riforma fiscale che noi abbiamo in mente ha due grandi pilastri: proseguire sulla strada del cuneo fiscale, quindi ridurre l'Irpef sul lavoro per aumentare innanzitutto i salari, gli stipendi, e ridurre il costo del lavoro; secondo sostenere e realizzare questa grande innovazione dell'assegno unico che definirebbe uno strumento più potente per sostenere la genitorialità, le famiglie", ha poi aggiunto Gualtieri.

"Cig in deroga? La cosa che ha funzionato peggio"

Guardando alle riforme invece attuate finora, il ministro ammette: "Avremmo dovuto da subito cambiare le procedure per la cassa integrazione in deroga che si sono rivelate troppo lente. Questa la cosa che ha funzionato peggio in quest'anno. Poi le abbiamo cambiate infatti, ma immediatamente si trattava di fare subito il decreto e mandare la cassa integrazione". Gualtieri ribadisce però che "è stata una cosa straordinaria, perché era una cassa che abbiamo deciso dovesse coprire tutte le categorie di lavoratori".

La posizione di Gualtieri sul Mes

Concludendo, il ministro parla del Meccanismo europeo di stabilità, che nei mesi scorsi ha diviso tanto il Parlamento quanto il governo: "Noi abbiamo sempre detto che valuteremo il ricorso a questo strumento nel momento opportuno. Io ho sempre ricordato e sottolineato che si tratta di uno strumento che non dà soldi a fondo perduto, ma dà prestiti a tasso zero. Come anche parte del Recovery Fund o come, ad esempio, SURE da cui abbiamo già attinto". E conclude: "Sono risorse molto convenienti, che determinerebbero un risparmio in termini di interessi di diversi miliardi di euro".

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