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Fisco, arriva l’algoritmo che controlla le operazioni sui conti correnti dei contribuenti

A partire da aprile l’Agenzia delle Entrate disporrà di un algoritmo in grado di controllare i conti correnti dei contribuenti. In particolare, si tratterà di verificare la congruenza tra le operazioni come bonifici e versamenti con quanto immesso nella dichiarazione dei redditi per scovare eventuali evasori.
A cura di Stefano Rizzuti
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Qualcuno lo ha già definito come il grande fratello del Fisco. Si tratta di un nuovo algoritmo che l’Agenzia delle Entrate utilizzerà per scovare eventuali evasori attraverso la verifica dei conti correnti dei contribuenti. È il Messaggero a confermare questa stretta sulle prime liste di possibili persone fisiche infedeli nei confronti del Fisco: l’algoritmo dovrebbe essere operativo già a partire da aprile. Prima, però, si attende il decreto del ministero dell’Economia, che dovrebbe arrivare entro la fine di marzo. Permettendo, così, all’Agenzia delle Entrate di mettere in campo questa nuova tecnologia già dal mese successivo.

Cosa cambia con l’algoritmo del Fisco

La novità è che il Fisco potrà analizzare i conti dei contribuenti per cercare e scovare eventuali evasori, totali e non. Il sistema utilizzato sarà quello di un algoritmo speciale, che ispezionerà i conti correnti e in particolare bonifici, giacenze, versamenti e altre operazioni. Con l’obiettivo di scovare eventuali incongruenze tra ciò che emerge dal conto e la dichiarazione dei redditi. Se emergerà l’incongruenza, il Fisco avvierà controlli più approfonditi su quel contribuente. Le verifiche, quindi, non saranno su tutti i contribuenti, ma solo su quelli ritenuti a rischio evasione. In sostanza si arriverà all’utilizzo dell’algoritmo dopo i controlli sull’Archivio dei rapporti finanziari.

Controlli sui conti correnti, il problema privacy

Il problema che si pone è quello della privacy: il Fisco deve seguire i paletti della pseudonimizzazione, cioè devono essere conservati i dati di una persona facendo in modo che questa non sia identificabile. In realtà questo varrà solo in un primo momento, perché poi l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di finanza potranno utilizzare apposite tecnologie e l’interconnessione con altre banche dati per elaborare un criterio in grado di far emergere le posizioni.

Su questo punto rimangono però i dubbi di Antonello Soro, Garante dei dati personali, secondo cui questa tecnica è molto dubbia perché permetterebbe ugualmente, in qualche modo, di arrivare all’identificazione del diretto interessato. Proprio per questo il Garante ha chiesto all’Agenzia delle Entrate di redigere un elenco dei diritti dei contribuenti che avranno limitazioni, garantendo inoltre loro il diritto di rettifica.

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