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Banca Popolare di Bari, il Senato approva il decreto che la salva: ora è legge

Il Senato ha approvato il decreto per il salvataggio della Banca Popolare di Bari: si tratta del via libera definitivo, dopo quello della Camera, che permette di trasformare il provvedimento in legge. I voti favorevoli sono stati 209, un solo contrario e nove gli astenuti. Ecco cosa prevede il decreto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Senato ha approvato, in via definitiva, il decreto sulla Banca Popolare di Bari. Che diventa così legge, mettendo in atto il salvataggio dell’istituto pugliese. Manca ora solamente la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del provvedimento. L’approvazione è arrivata con 209 voti favorevoli, un solo contrario e nove astenuti (i senatori di Fratelli d’Italia). Il provvedimento era stato già approvato alla Camera il 21 gennaio e il testo non è stato modificato nel suo passaggio a Palazzo Madama. Il decreto contiene misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Sud, soprattutto con l’intento (non esplicito, per evitare che l’Ue contesti eventuali aiuti di Stato) di salvare la banca barese commissariata il 13 dicembre scorso. Si prevede, in particolare, un rafforzamento patrimoniale della Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale (Mcc), per sostenere le imprese del Mezzogiorno.

Cosa prevede il decreto sulla Banca Popolare di Bari

Il decreto introduce un sostegno alle imprese e all’occupazione del Sud, la conferma dei requisiti di onorabilità, professionalità e autonomia per gli amministratori, ma soprattutto le novità riguardanti il Mcc. Partendo però dal ruolo di Invitalia che riceverà un contributo in conto capitale che può arrivare fino a 900 milioni di euro nel 2020. Fondi necessari per potenziare il patrimonio del Mediocredito Centrale, appunto. Obiettivo per Mcc sarà quello di promuovere attività finanziarie e di investimento anche attraverso l’acquisizione di partecipazioni al capitale di banche e società finanziarie. Viene inoltre autorizzata la scissione di Mcc e la costituzione di una nuova società a cui vengono assegnate le attività e le partecipazioni acquisite da banche e società finanziarie: sarà interamente partecipata dal ministero dell’Economia.

Le modifiche apportate al decreto

Le modifiche al decreto sono state apportate durante la discussione alla Camera, con il testo rimasto invariato al Senato. Una delle novità rispetto al testo uscito dal Consiglio dei ministri riguarda la tutela dei lavoratori: un emendamento di Leu, approvato in commissione Finanze a Montecitorio, prevede che Mcc debba promuovere anche le attività finanziarie e di investimento a sostegno dell’occupazione del Sud. Altra novità riguarda la società che dovrebbe nascere dalla scissione di Mcc e che dovrà riferire ogni quattro mesi alle commissioni competenti di Camera e Senato su tutte le operazioni finanziarie effettuate. Inoltre, dal 2021, la nuova società o lo stesso Mediocredito Centrale dovranno presentare – entro il 31 gennaio – una relazione annuale sulle operazioni dell’anno precedente.

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