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Direzione Pd, salta mediazione su art.18. Minoranza spaccata, solo 20 no a Renzi

D’Alema: “Meno spot dal governo”. Bersani: “No al metodo Boffo”. Cuperlo: “Non c’è un dominus nel Pd”. La minoranza democratica alla Direzione Nazionale contro il segretario. E la mediazione sull’art. 18 non sembra portare a un documento condiviso.
A cura di Redazione
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Ore 22:20 – Nessuna mediazione, parte della minoranza del Partito Democratico non ha votato la relazione del segretario, che dunque ha raccolto 130 sì, 20 voti contrari e 11 astensioni. Insomma, minoranza divisa e largo appoggio a Renzi, ma la sensazione è che lo scontro sia solo rinviato a quando si avranno maggiori dettagli sulla proposta del Governo di modifica dell'articolo 18 e del meccanismo degli ammortizzatori sociali.

UPDATE – Non è riuscita, a quanto si apprende da fonti del Pd, la mediazione tentata dal vicesegretario Lorenzo Guerini con la minoranza dem per arrivare ad un documento comune. Dopo ore di discussione sui casi in cui prevedere la reintegra, la trattativa è saltata e la minoranza a questo punto va verso la rottura. Renzi ha poi replicato alle critiche: "A me è capitato di governare quando non c'è crescita, il presidente D'Alema ha avuto una fortuna opposta". E ancora: "Esprimo tutta la mia solidarietà a Pierluigi (Bersani, ndr) se qualcuno ha usato con lui il metodo Boffo. Io al massimo ho usato un metodo buffo, magari a volte discutibile".

Un clima teso, da resa dei conti ha inaugurato la direzione nazionale del Pd odierna. Se da una parte Matteo Renzi già ieri ha rifiutato l’incontro con le minoranze e nel discorso di oggi ha fatto capire di non essere pronto a scendere a compromessi, nonostante in molti lo hanno avvertito che una spaccatura all'interno del partito sarebbe assai dannosa per l'immagine dei dem, dall’altra sono gli altri leader del partito a replicarli in maniera durissima. “Penso con sincero apprezzamento per l'oratoria che è un impianto di governo destinato a produrre scarsissimi effetti e questo comincia ad essere percepito nella parte più qualificata dell'opinione pubblica. Meno slogan, meno spot e un'azione di governo più riflettuta credo possa essere la via per ottenere maggiori risultati". Così Massimo D'Alema nel suo intervento in direzione del Pd.

Bersani duro: "No a metodo Boffo"

"Cerchiamo di raffreddarci un po' la testa perché abbiamo i problemi dell'Italia da affrontare. Io dico la mia che non è di quello del 25%, del conservatore o di uno che cerca la rivincita o gioca la partita della vita. Attenzione: noi andiamo sull'orlo del baratro non per l'art. 18 ma per il metodo Boffo, uno deve potere dire la sua senza che gli si tolga la dignità e io voglio discutere prima che ci sia un prendere o lasciare”, ha detto invece Pierluigi Bersani. Non è da meno Pippo Civati: “Su Rai 3 domenica sera ho visto un premier che diceva cose di destra, simili a quello che diceva la destra dieci anni fa”.

Cuperlo: "Noi non siamo la minoranza"

L’ex presidente Cuperlo, invece, analizzando gli effetti dell'abolizione dell'art. 18 e gli effetti sui diritti dei lavoratori, ha detto: "Quella norma ha avuto un effetto di deterrenza. Se la modifichi indebolisci la posizione del lavoratore" che dovrebbe dimostrare una difficilmente dimostrabile discriminazione. La tutela dell'art 18, conclude Cuperlo: "Non è il capriccio ideologico di una sinistra ferma alla polaroid". Quindi rivolgendosi a Renzi: “Davanti a te non hai la minoranza del congresso ma persone pronte a innovare tutto ciò che possibile ma non disposte a rinunciare a una quota delle loro convinzioni. Non ci sono nemici del governo e volatili notturni ma opinioni. La forza di un leader è farsene carico, mai tirare diritto comunque sia” anche perché “non c'è un dominus nel Pd”.

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