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Elezioni politiche 2018

Di Maio lancia l’appello ai leader di partito: “Firmate il contratto aiuta famiglie”

Luigi Di Maio lancia la terza proposta di convergenza ai leader degli altri partiti: questa volta la proposta è di impegnarsi a sottoscrivere un “contratto aiuta famiglie”, una misura che aiuti economicamente chi vuole avere figli.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il candidato alla presidenza del Consiglio del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio lancia la terza proposta di convergenza agli altri partiti: tre punti (finora) su cui si augura che i principali leader possano prendere l’impegno per poi approvare queste misure in Parlamento. La prima proposta di convergenza riguardava l’introduzione di una legge per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari; la seconda prevedeva l’introduzione del vincolo di mandato; la terza, lanciata oggi, è invece quello che il capo politico del M5s definisce un “contratto aiuta famiglie”.

La proposta di convergenza lanciata da Di Maio prevede l’introduzione “dalla prossima legislatura del welfare per le famiglie con aiuti economici fino al terzo figlio per baby sitter, asili nido, assegno per l’istruzione del figlio e accesso preferenziale ai servizi della pubblica amministrazione”. Una misura già proposta ieri sera dal palco di una manifestazione elettorale a Caserta.

Il provvedimento che Di Maio propone si ispira al modello francese, “dove lo Stato aiuta concretamente le famiglie e i risultati si vedono: il tasso di natalità francese è tra i più alti d’Europa, mentre noi abbiamo il più basso. Questo perché in Italia, a causa del precariato, è difficile mettere su famiglia e anche quando si mette al mondo un figlio, di fatto non si è supportati”.

Secondo Di Maio comunque si può invertire l’attuale tendenza in Italia e il presupposto è che “se lo fa la Francia possiamo farlo anche noi”. Il capo politico del M5s si appella quindi ai partiti con l’hashtag #convergisullafamiglia e pubblica su Facebook quello che definisce il “contratto aiuta famiglie”, ovvero un foglio da sottoscrivere con il quale prendere l’impegno di far votare al proprio gruppo parlamentare la proposta del MoVimento.

Il caso: ‘Candidato condannato', ma lui nega

Intanto il MoVimento affronta un nuovo caso riguardante i suoi candidati nei collegi uninominali. Stavolta al centro della polemica c'è Antonio Tasso, candidato nel collegio Cerignola-Manfredonia. Secondo quanto riporta ‘Il Foglio', Tasso sarebbe stato condannato in primo grado nel 2007 per violazione del diritto d'autore. Il giudice avrebbe concesso attenuanti generiche e lo avrebbe condannato alla pena di sei mesi di reclusione e 2mila euro di multa. La pena sarebbe poi stata sospesa perché Tasso non aveva precedenti penali e il processo è poi finito in prescrizione. Su Facebook Tasso ha affermato di "aver inviato tutti i certificati giudiziari al M5S, che sono risultati puliti". Tasso non parla di condanna in primo grado nel 2007 ma di una denuncia ricevuta tra il 1999 e il 2000 per cui – secondo quanto afferma – "non c'è stata alcuna condanna".

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