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Elezioni politiche 2018

L’appello di Di Maio per introdurre il vincolo di mandato: “Se cambi casacca perdi lo stipendio”

Luigi Di Maio lancia attraverso il blog delle stelle la seconda proposta di convergenza, un appello a tutti i leader di partito per far votare l’introduzione del vincolo di mandato: “È l’unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana”. Chi cambia casacca, secondo il capo politico del M5s, “se ne va a casa senza stipendio”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo essersi rivolto ai leader di tutti i principali partiti in corsa per le prossime elezioni chiedendo di convergere su un disegno di legge che dimezzasse lo stipendio dei parlamentari, oggi il candidato alla presidenza del Consiglio del M5s Luigi Di Maio fa un nuovo appello: la richiesta stavolta è di introdurre il vincolo di mandato. Per il capo politico del M5s sarebbe “l’unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana che ammorba il Parlamento da anni”. Di Maio ricorda come in quest’ultima legislatura sia stato fatto segnare il record di parlamentari che hanno cambiato casacca: “Sono stati ben 675. Alla Camera 437 e al Senato 238. 60 dei quali lo hanno fatto a camere sciolte”.

La seconda proposta di convergenza lanciata da Di Maio a Bonino, Grasso, Salvini, Renzi, Berlusconi, Meloni e Lorenzin arriva sul blog delle stelle, ricordando che quella sul “dimezzamento degli stipendi dei parlamentari” non ha avuto riscontri: “Possiamo dire che tutti i partiti vogliono tenersi il loro stipendio da nababbi alla faccia degli italiani che non arrivano a fine mese”. La seconda proposta è quella sul vincolo di mandato, una misura “presente nel programma” del M5s.

‘Chi cambia casacca va a casa senza stipendio’

Di Maio definisce una vergogna la pratica del cambio di casacca in Parlamento. “Parliamo – continua – di gente che si prende 15.000 euro al mese grazie al voto dei cittadini per portare avanti un programma e poi invece fa quello che gli pare. Non è questa l'idea di politica che abbiamo noi. Per noi il parlamentare è un portavoce delle istanze degli italiani. Se il programma per cui è stato votato non gli sta più bene, allora prende e se ne va a casa senza stipendio, senza buonuscita e si ripresenterà alle elezioni alla prossima tornata e vediamo se trova ancora qualcuno che lo vota”.

Il capo politico del MoVimento sottolinea poi che “a parole tanti politici copiano la nostra proposta, a partire da Berlusconi che prima dice di volere il vincolo di mandato e poi invece dice di voler imbarcare i fuoriusciti degli altri, inclusi i nostri”, afferma riferendosi alla dichiarazione di Berlusconi – in parte smentita – che si è detto pronto ad accogliere i fuoriusciti in una eventuale maggioranza di centrodestra in Parlamento. “Vorrei chiedere al firmatore compulsivo di contratti (mai rispettati) con gli italiani di firmare il nostro impegno per il vincolo di mandato”, aggiunge di Maio pubblicando un fac-simile dell’impegno da firmare. “Basta voltagabbana in Parlamento”, conclude il suo post Di Maio.

Le polemiche: ‘Vuole stracciare i principi della Costituzione’

Una replica è arrivata da Andrea Mazziotti, candidato di +Europa con Emma Bonino e presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera. Mazziotti afferma che i "convergenti" già ci sarebbero, ovvero “Berlusconi e i suoi alleati che hanno firmato un programma che la prevede”. Ma poi il presidente di commissione attacca il M5s: “È surreale che il clan del no alla riforma, i ‘difensori della Costituzione' vogliano stracciarne i principi eliminando il principio della libertà dei parlamentari che è una delle basi di qualsiasi democrazia. Siamo di fronte ad analfabeti della democrazia”.

Per evitare i cambi di gruppo – argomenta ancora Mazziotti – basterebbe bloccare le risorse economiche dei gruppi e non farle aumentare all'aumentare dei numeri dei parlamentari. Questo ovviamente nessuno lo propone. Del resto, vogliono tenersi mani libere per accogliere transfughi, con tesoretto annesso, come ha già dimostrato Berlusconi parlando dei grillini ‘reietti’”.

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