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Delitto Rosboch, Caterina Abbattista torna al lavoro all’Asl

Caterina Abbattista, la mamma di Gabriele Delifilippi, condannato a 30 anni per l’omicidio della professoressa Gloria Rosboch, è tornata al lavoro. Dopo l’assoluzione dall’accusa di concorso in omicidio, l’operatrice è stata reintegrata in servizio dell’Asl, che però ha disposto un cambiamento: da pediatria, all’ambulatorio.
A cura di Angela Marino
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È tornata al lavoro Caterina Abbattista, la madre di Gabriele Defilippi, assolta lo scorso 19 giugno dall’accusa di concorso in omicidio nell’ambito del processo per l'omicidio della professoressa di Castellammonte, Gloria Rosboch. Dopo l’arresto nel febbraio del 2016, l'operatrice sanitaria era stata sospesa dall’Asl To4, dove lavorava nel reparto di pediatria dell’ospedale di Ivrea. Oggi, assolta dall'accusa di omicidio, ma non da quella di truffa, per la quale è stata condannata a 30 anni, la donna è stata reintegrata con diverso incarico, questa volta, in ambulatorio.

Il delitto risale al 13 gennaio 2016 quando la scomparsa di Gloria Rosboch, 49 anni, viene denunciato dagli anziani genitori allarmati alle autorità di Castellamonte (Torino). Pochi giorni dopo la Procura di Ivrea apre un’inchiesta per omicidio, a carico di ignoti, nell'ambito della quale viene esaminata la denuncia per truffa, che l’insegnante aveva presentato nei confronti di un ex studente, Gabriele Defilippi, solo un anno prima. Con la promessa di  un futuro insieme in Costa Azzurra, il giovane si era impossessato di 187 mila euro, i risparmi di una vita della famiglia Rosboch.

Mentre Defilippi viene torchiato è Roberto Obert, 53 anni, amico di famiglia che si dichiara anche amante del giovane Gabriele, confessa di essere coinvolto e guida le squadre di ricerca fino alla discarica in cui giace il corpo della povera Gloria. Poco dopo sarà lo stesso Gabriele a confessare di aver strangolato la professoressa, già vittima dei suoi raggiri per ottenere denaro e di averne gettato il corpo nel pozzo della discarica. Oggi Gabriele De Filippi è stato condannato a 30 anni di carcere, mentre per Obert, ritenuto complice in alcune fasi del crimine, la condanna è stata di 19 anni. Caterina Abbattista, invece, sospettata di conoscere i propositi delittuosi e di averli assecondati, è risultata del tutto estranea ai fatti.

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