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Verona come una piccola Pompei: scoperti resti del II secolo durante scavi nel sottosuolo

A Verona uno scavo ha riportato alla luce un complesso affrescato del II secolo di cui ancora non si conoscono molti particolari, ma che hanno subito fatto accostare gli scavi della città scaligera a Pompei, per l’importanza e la modalità della scoperta e anche per un incendio che avrebbe distrutto parte dell’ambiente.
A cura di Francesco Raiola
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A Verona uno scavo ha riportato alla luce un complesso affrescato del II secolo di cui ancora non si conoscono molti particolari, ma che hanno subito fatto accostare gli scavi della città scaligera a Pompei, per l'importanza e la modalità della scoperta. I lavori archeologici sotto al cinema Astra di via Oberdan 13, sono ripresi ultimamente, dopo che furono iniziati circa 15 anni fa, nell'ambito, come riporta Verona Sera, di un "più vasto progetto di ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile avviato dai nuovi proprietari" e confermando, quindi, quanto di importante si pensava potesse celare il sottosuolo veronese.

Un complesso del II secolo

Una vera e propria sorpresa per chi stava cercando di scoprire quali meraviglie nascondesse il sottosuolo. A dare la notizia è stata la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Verona che per i prossimi giorni ha anche indetto una conferenza stampa per dare i dettagli di quanto rinvenuto nelle scorse ore e dare anche qualche informazione in più sugli scavi. Quello che si sa per adesso è che la scoperta è di un complesso del II secolo, di funzione ancora sconosciuta, con pareti affrescate in magnifici colori, sopravvissuti alla distruzione di un incendio come scrive l'agenzia Ansa.

Cosa è stato scoperto a Verona

Durante lo scavo sono stati rinvenute "murature affrescate, impianti di riscaldamento sia a pavimento che a parete, pavimenti in cementizio decorati da tessere e crustae" e stando a quanto riporta la Soprintendenza "anche all’ex cinema Astra, come anche in altri contesti cittadini, un incendio sembra aver messo fine alla frequentazione del complesso" stando a quanto ssi può dedurre dall'osservazione di ciò che resta dei soffitti crollati, di un mobile in legno carbonizzato trovato all'interno di "un ambiente che ha conservato intatti, nonostante la distruzione, i magnifici colori delle pareti affrescate risalenti al II secolo". Da qui l'avvicinamento di questa scoperta a Pompei, ovvero uno dei siti archeologici più famosi al mondo.

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