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Sanremo ultima puntata: alla fine si muore tutti democristiani (cit)

#SANSATIRA Giorno 5: Gaber, si domandava “cos’è la destra, cos’è la sinistra?” Io lo faccio con ogni puntata del Festival di Sanremo. La finale – dall’inizio alla fine – è la perfetta rappresentazione dei giorni che stiamo vivendo: un mare di canzonette mentre fuori c’è l’inferno.
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#SANSATIRA giorno cinque: la finale.
Nell'anno del primo governo in carica di estrema destra nella storia della Repubblica, la settantatreesima edizione del festival di Sanremo si conferma la più politica di sempre con la prima e l'ultima puntata che si aprono con ospiti che più istituzionali non si puo': il Presidente della Repubblica e la Banda dell'Aeronautica militare italiana. Banda che però non si limita a suonare l'inno di Mameli ma lancia anche un "ghiotissimo" (cit) richiamo al reclutamento: un bell'invito ai più giovani ad entrare nelle forze armate, in puro stile ventennio o quasi.
Ci pensa Gianni nazionale a riportare tutto alla "normalità" dedicando l'apertura a Lucio Dalla e giù lacrime e commozione.

Tutti e tutte le cantanti in gara si susseguono sul palco per l'ultima occasione e ascoltando le canzoni ancora una volta, una ad una con attenzione, una domanda torna ad assalirmi prepotente: ma è davvero possibile che la canzone dei Jalisse facesse gagare così tanto? Più dei brani di Paola e Chiara e Olly messi insieme?

E c'è un altro dubbio che mi tormenta ormai da giorni, togliendomi il sonno: nell'era dell'antitrust, delle regole sulle advertising, della normative eccetera eccetera è possibile che in una trasmissione seguita da più di sedici milioni a sera, si faccia continuamente un enorme spottone gratuito ad una multinazionale (Meta) con il suo prodotto di punta (Instagram), senza che nessuno dica alcunché e anzi interagendo con la stessa azienda di continuo, e mostrandone contenuti e funzionamento più e più volte? Lo sappiamo tutte e tutti che, raggiunto n certo ragguardevole numero di follower, Instagram non è più solo un sito di interconnessione fra persone ma diventa una montagna di soldi? Ai post l'ardua sentenza: questa battuta è vecchissima, lo so ma anche l'età media degli inconsapevoli fruitori lo è.

L'ultima puntata è anche quella in cui la guerra in Ucraina viene nominata più spesso, Tananai su tutti, ed entra potentemente nel finale (intorno alle 02,30 in verità tanto che vien da chiedersi perché così tardi?) quando Amadeus legge la famigerata e tanto attesa lettera di Volodymyr Zelens'kyj che invita il vincitore ad esibirsi nell'Ucraina liberata ma soprattutto nel momento in cui la band Antytila – 5 ragazzi che da superstar nazionali son diventati soldati (almeno stando alla narrazione ufficiale) – cantano il loro canto rock, nazionalista che incita alla vittoria, alla resistenza e alla sconfitta del nemico.
È molto amaro e doloroso, star seduti su un divano a guardare tutto questo e domandarsi quando abbiamo sesso di cantare inni alla pace.

Per fortuna si è ripetuto anche stasera l'attesissimo momento tanto amato dai boomer "Beverly Inps", quando hanno scongelato Gino Paoli e Ornella Vanoni e li hanno portati sul palco a cantare che seppur tenuti in piedi con dei cavi invisibili pii quando cantano avviene la magia e – come avrà detto il 99 per cento dei boomer in ascolto, compreso me – cantano meglio di molte e molti dei cantanti in gara. Irripetibile il momento in cui il giovanotto di 78 anni Gianni nazionale toglie il microfono all'ottantottenne Gino, che stava raccontando di quando "la moglie o la sua donna a quel tempo o quel che l'era" di Little Tony, l'aveva tradito con tutti i suoi amici :"se li era fatti tutti", o almeno così ho capito. Momenti indimenticabili: grazie Gino.

Rosa Chemical limona duro con Fedez, praticando un abuso in diretta mondiale e giù risate matte, meme a non finire e commenti inesorabili della destra benpensante e perbenista che non ha niente di meglio da fare se non rompere le balle altrui e non riuscire a (o piuttosto non voler) comprendere che alla fine è tutto e solo "showbiz baby"! In ogni caso la frase che ho amato di più è stato: "Mentre voi glorificate questi due idioti, io penso ai ventottomila morti in turchia! Bravi idioti!" E chiaramente pensa a tutti loro mentre scrive su Instagram guardando il festival della musica italiana.

All'annunciazione della vittoria di Marco Mengoni, peraltro credo meritatissima, quello che mi viene subito da pensare però è: "minchia abbiam tirato le due e mezza per farci dire una cosa che sapevamo da gennaio?"
E comunque bravi tutti i finalisti ben calibrati fra destra e sinistra in modo da restare sempre in par condicio: Ultimo e Mr Rain ovviamente di destra (il primo per la coattitudine, il secondo per lo sfruttamento del lavoro minorile), Mengoni e Tananai chiaramente di sinistra, Lazza non ho ancora compreso cosa sia, ma non in senso politico, dico proprio che non ho capito che cos'è. L'esclusione delle donne dalla cinquina conferma il festival come specchio del paese: maschilista, sessista e bifolco.

Tirare le somme sul Festival non ha senso, ogni anno è sempre "una gabbia di matti" citando il maestro Paoli e ogni anno è un anno nuovo. La frase che su tutte ha, per me, rappresentato meglio, il bipolarismo molto italiano (cit), o ancora il nostro vero volto è stata detta (urlata) da Olly: "La vita è una figata!" Aveva milioni di parole e frasi a sua disposizione da poter dire e scegliere per l'ultima serata dello spettacolo più visto e seguito d'Italia nel mondo, ma lui ha scelto quelle. Perché?

Perché alla fine, prima o poi, si muore tutti democristiani e l'Italia è proprio questa:
un mare di canzonette mentre fuori c'è l'inferno.
Allegriaaa!

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