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Matzneff, lo scrittore francese ‘fuggito’ in Italia dopo il suo elogio alla pedofilia: “Sono pentito”

L’83enne rischia fino a vent’anni di carcere per il reato di “stupro di minore di 15 anni”, dopo essere finito nell’occhio del ciclone per la pubblicazione del libro-verità di una sua vittima. “All’epoca nessuno pensava alla legge. Potevi fare tutto” si è giustificato Matzneff, dicendosi comunque pentito: “Un turista, un estraneo, non dovrebbe comportarsi così”.
A cura di Biagio Chiariello
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Gabriel Matzneff vive in Italia da un mese e si è "pentito". Lo scrittore francese di origine russa di 83 anni e nella sua produzione letteraria aveva ammesso più volte i suoi rapporti sessuali e la sua inclinazione verso bambini e ragazzini di entrambi i sessi. Vincitore in passato del premio Renaudot con il libro "Séraphin c'est la fin!" in cui ha affermato il suo elogio della pedofilia Matzneff racconta all'emittente Bfm-Tv : "All'epoca nessuno pensava alla legge. Non esisteva la legge. Eri lì come viaggiatore e avevi ragazzi e ragazze giovani che flirtavano con te e ti saltavano addosso, sotto l'occhio benevolo della polizia". Ora rischia più di 20 anni.

Matzneff vive in Italia

Oggi l’anziano vive in totale anonimato in una località balneare sconosciuta del nostro Paese "in mezzo a pensionati che sembrano non riconoscerlo". Nello specifico deve rispondere della accusa di stupro di minore per la relazione sessuale avuta oltre trent'anni fa con l'allora 14enne Vanessa Springora, oggi editore e scrittrice, che ha raccontato la propria versione nel libro "Il consenso", in poche settimane oltre 75 mila copie vendute. "Era più di 40 anni fa!", si è giustificato Matzneff nell'intervista, facendo riferimento anche alle sue "avventure" pedofile del passato, prevalentemente vissute nelle Filippine. "A volte – ha continuato – puoi fare le cose senza pensarci".

Pedofilia, lo scrittore si dice pentito

Nondimeno, si dice "pentito": "Un turista, un estraneo, non dovrebbe comportarsi così. Si è adulti, si deve girare la testa, resistere alla tentazione. Naturalmente mi pento, proprio come quando faccio qualcosa che non è giusto". Anche se, aggiunge l'autore – in passato vincitore dell'autorevole Premio Renaudot – "all'epoca nessuno parlava di crimine". Non si sente di aver commesso dei crimini? chiedono i reporter di Bfm: "No, per niente. Se usiamo questa parola, se è una definizione legale, non posso dire nulla al riguardo, ma all'epoca, parlavamo di incitamento dei minori alla dissolutezza, di aggressione indecente… Nessuno parlava mai di crimine".

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