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L’Infinito di Leopardi compie 200 anni: oggi si chiudono le celebrazioni

Si chiudono oggi, con una conferenza stampa del ministro Dario Franceschini, in un’iniziativa congiunta Rai e MiBact, le celebrazioni per i 200 anni dalla composizione de l’Infinito di Giacomo Leopardi. Oggi quel manoscritto autografo originale è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, in seguito al lascito che il Sommo fece nei confronti dell’amico Antonio Ranieri.
A cura di Redazione Cultura
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Il 2019 volge al termine portandosi dietro un anniversario speciale, quello per i 200 anni dell'Infinito di Giacomo Leopardi, di cui quest'anno si è fatto un gran parlare. Non sempre a proposito. Tuttavia, considerata l'importanza dell'evento, si chiudono oggi con l’iniziativa della Rai e del MiBact, e la conferenza stampa del ministro Dario Franceschini alle 17:30, le manifestazioni per la le celebrazioni dei 200 anni dell'Infinito del Sommo.

Infinito 1819-2019: 200 anni di Leopardi

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Giacomo Leopardi aveva appena vent'anni quando, nel 1819, scrive una delle liriche più belle della letteratura italiana. Mentre passeggia sul Tabor, Leopardi – che era solito salire nei lunghi pomeriggi solitari, sulla cima del colle nei pressi della sua villa di Recanati – trovò l'ispirazione per questa poesia. Che sarà pubblicata soltanto nel 1826 negli “Idilli”, quando Giacomo sarà ormai lontano da Recanati.

Oggi il manoscritto dell'Infinito è a Napoli

Copia autografa de "L'infinito" di Giacomo Leopardi alla Biblioteca Nazionale di Napoli
Copia autografa de "L'infinito" di Giacomo Leopardi alla Biblioteca Nazionale di Napoli

Oggi l'autografo dell'Infinito di Giacomo Leopardi del 1819 è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove è stato esposto in occasione dei 200 anni de “L’Infinito”. Il 28 maggio scorso, infatti, gli studenti hanno ammirato dal vivo il manoscritto, dopo aver preso parte all’iniziativa #200infinito voluta da Olimpia Leopardi. L’autografo del 1819 è vergato con penna a ductus fine e inchiostro scuro, ed è di grande importanza letteraria e filologica, perché  permette di esaminare gli interventi correttori di Giacomo Leopardi e di ripercorrere la cronistoria delle scelte e dei ripensamenti del poeta recanatese. Ma perché quel manoscritto si trova proprio a Napoli?

Leopardi a Napoli, il ruolo dell'amico Ranieri

La Biblioteca Nazionale di Napoli, erede e custode dell’eredità leopardiana, insieme alla prima stesura autografa della celebre lirica conserva nella sua quasi totalità il corpus delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, lasciato da Giacomo all’amico Antonio Ranieri e pervenute nel 1907, dopo diverse dispute giudiziarie, alla biblioteca napoletana, divenendo patrimonio dello stato italiano. Gli autografi  dei più famosi canti leopardiani sono già  visibili on line  sul sito della Biblioteca Nazionale di Napoli. Tra cui un curioso menù di Capodanno, con tutte le delizie che Giacomo avrebbe voluto assaggiare della cucina partenopea.

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