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Il rapporto tra Luis Sepùlveda e l’Italia: dai bambini di Pietrasanta ai 70 anni a Milano

Luis Sepùlveda aveva un rapporto speciale con il nostro Paese, dove ogni suo libro veniva salutato come un evento letterario. Dall’incontro con i bambini della città di Pietrasanta, in Toscana, di cui era cittadino onorario alla festa per i suoi 70 anni lo scorso ottobre in un evento organizzato dalla sua casa editrice.
A cura di Redazione Cultura
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Sta lasciando un segno profondo in tutto il mondo la morte di Luis Sepùlveda, deceduto stamani a causa del coronavirus in Spagna, dov'era ricoverato da fine febbraio. Il cordoglio del mondo è unanime, davanti alla perdita di uno dei più grandi scrittori contemporanei, a maggior ragione nel nostro Paese dove il papà de "La gabbianella e il gatto" e "Patagonia Express" era amatissimo dai lettori italiani e con cui intratteneva un rapporto speciale. Nel 2016, intervistato da Fanpage.it, Luis Sepùlveda, aveva raccontato il suo amore per il nostro Paese, citando l'episodio di quando, durante il colpo di Stato di Augusto Pinochet in Cile nel 1973, l'ambasciata italiana aveva salvato migliaia di cileni vittima delle violenza dei militari e sostenitori di Salvador Allende.

Sepùlveda e l'Italia: una lunga storia d'amore

Nei decenni successivi, con l'approdo di Sepùlveda in Europa e il suo definitivo tramutarsi in una star letteraria, con la traduzione di tutti i suoi libri in italiano, lo scrittore de "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" consolidò via via il suo rapporto col nostro Paese, che si trasformò in rapporto di straordinario affetto. Ogni libro di Sepùlveda è stato salutato da noi come un evento letterario, scrittore sempre ai vertici della classifiche dei libri più venduti in Italia, qui da noi aveva ottenuto diversi premi, l'ultimo il premio "Alessandro Manzoni", mentre l'università di Urbino gli aveva conferito una laurea honoris causa.

Dal 2005, inoltre, lo scrittore cileno era cittadino onorario della città di Pietrasanta, in Toscana. Qui era stato al centro di una disputa politica, poiché lo scrittore (fedelissimo di Salvador Allende e socialista convinto) venne insignito della cittadinanza da una giunta di centrodestra. Qui tenne una memorabile lectio con i bambini e adolescenti delle scuole nella cittadina toscana.

Negli ultimi anni, Sepùlveda era stato spesso a Milano. Lo scorso ottobre aveva compiuto 70 anni festeggiati nel capoluogo lombardo in un evento organizzato dalla sua casa editrice italiana, Guanda. Proprio ad aprile sarebbe dovuto tornare nel nostro Paese per il Salone del Libro "Napoli Città Libro", tenendo a battesimo la nuova edizione del salone partenopeo. Cosa che purtroppo non avverrà. Un grande scrittore ci ha lasciato e non tornerà più. Resteranno i suoi libri e, per noi italiani, un rapporto speciale che non andrà disperso.

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