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A cena con Einstein: la nascita della fisica quantistica, secondo Gabriella Greison

Uno degli avvenimenti più importanti della storia, la nascita della fisica quantistica, raccontata attraverso aneddoti e documenti sconosciuti: è “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, l’ultimo libro di Gabriella Greison.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'incredibile cena dei fisici quantistici, di Gabriella Greison (Salani editore)
L'incredibile cena dei fisici quantistici, di Gabriella Greison (Salani editore)

Albert Einstein, Marie Curie, Niels Bohr, Arthur Compton e William Brag: cosa ci fanno insieme tutte queste menti geniali? Accade nel 1927, e precisamente il 29 ottobre: il V Congresso Solvay della Fisica sta per concludersi, e tutti loro posano per una fotografia che avrebbe fatto la storia: è qui, in questo punto preciso del passato, che nasce la fisica quantistica. Dopo quasi un secolo, la stessa fotografia è al centro di uno dei libri più interessanti degli ultimi tempi: “L'incredibile cena dei fisici quantistici”, edito da Salani e scritto da Gabriella Greison.

Si tratta dell'unica ricostruzione storica oggi disponibile della famosa cena dei fisici avvenuta alla Taverne Royale di Bruxelles, nel 1927: Gabriella Greison ha lavorato due anni per concludere le sue ricerche, traducendo lettere, resoconti, ricercando ogni particolare che chiarisse quell'immagine scattata novant'anni fa.

Fisica, ma anche scrittrice e giornalista, Gabriella Greison in “L'incredibile cena dei fisici quantistici” ha ricostruito con incredibile efficacia fatti inediti, rapporti personali, aneddoti e scene di vita sconosciute, creando così un affresco in cui la fisica s'intreccia con la Storia, e questa, con la vita reale. I continui litigi fra Einstein e Bohr, le amicizie, i personaggi: personaggi che prima di questo lavoro erano nomi che evocavano una rivoluzione senza precedenti, ma che con il racconto della Greison si trasformano in volti, emozioni, parole.

Il V Congresso Solvay, 1927
Il V Congresso Solvay, 1927

In libreria da settembre 2016, il racconto di Gabriella Greison sta facendo il giro d'Italia, grazie anche allo spettacolo teatrale “1927-Monologo quantistico”, ispirato al libro e prodotto dal teatro Menotti di Milano. Venerdì 25 novembre la fisica quantistica della Greison farà tappa a Napoli, presso lo spazio Laterzagorà del teatro Bellini: l'appuntamento è per le ore 17:30 con l'autrice, che racconterà l'incredibile esperienza nascosta dietro il suo lavoro.

Un lavoro che tenta di raccontare una materia complessa come la fisica anche al pubblico dei non addetti ai lavori: “Venire a Napoli, nello spazio di Laterzagorà, mi ha fatto pensare che mi piacerebbe che il teatro Bellini ospitasse anche a teatro il mio racconto sulla fisica quantistica. Lo spettacolo sta facendo il giro del Paese, con una partecipazione di pubblico incredibile: la testimonianza che anche le persone che non studiano la fisica vogliono conoscerla, e soprattutto scoprire il lato umano nascosto dietro di essa”, ha spiegato l'autrice a Fanpage.it.

Ma perché raccontare proprio quel 29 ottobre 1927? “Quella fotografia è stata per me una sorta di macchina del tempo. Immortala un periodo molto particolare per la fisica, un periodo di svolta e cambiamento, di scoperta, e i suoi protagonisti erano all'epoca vere e proprie rock star. Ma si tratta comunque di un periodo che è sempre stato tralasciato, poco raccontato: non dimentichiamo che in Italia si era già al sesto anno di regime fascista. Il mio intento è stato quello di dimostrare che in un periodo così buio della storia, sono accadute anche cose bellissime”.

La copertina del libro, edito da Salani
La copertina del libro, edito da Salani

“Ho impiegato due anni per scrivere questo romanzo”, spiega Gabriella Greison. “Sono molto legata alla lunga ricerca di materiale che mi ha portata a vivere fra Italia e Belgio per molto tempo. Ho tradotto documenti, ma anche il menu del pranzo e ho ricostruito la disposizione a tavola dei protagonisti: una soddisfazione enorme, poiché per me questi personaggi sono sempre stati una sorta di amici immaginari. Aver trovato un modo per raccontarli è bellissimo”.

Il personaggio di Erwin Schrödinger mi ha incuriosita particolarmente durante le mie ricerche. Era una persona schiva, che non amava affatto essere al centro dell'attenzione, odiava i potenti e la cerimoniosità di un certo ambiente. Eppure, nonostante il suo essere così lontano dal mondo che lo circondava, è riuscito comunque a cambiarlo. È per me un esempio unico di non adeguamento alle regole del mondo circostante e di incredibile forza intellettuale.

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