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Caso Ruby, la marocchina: “Io parte lesa, ma dai pm”

In un’intervista al settimanale Oggi, Ruby ha dichiarato di non essersi mai prostituita e di sentirsi “parte lesa, ma dai pm”. La giovane ha inoltre affermato di aver ricevuto soldi da Berlusconi esclusivamente per aprire un centro estetico.
A cura di Alfonso Biondi
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arima El Mahroug

Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. La marocchina che tiene in scacco il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornata a parlare, stavolta in un'intervista al settimanale Oggi. Nel corso dell'intervista la giovane ha spiegato di non essersi costituita parte civile nel processo in cui Berlusconi è imputato per prostituzone minorile e concussione semplicemente perché "non si sente parte lesa". Anzi. Si sente lesa "ma dai pm". Ruby ha cercato di smontare tutte le accuse e le illazioni che hanno gettato fango sulla sua immagine. Innanzitutto ha affermato di non essersi mai prostituita e di aver ricevuto soldi da Silvio Berlusconi esclusivamente per aprile un centro estetico. "E' il mio sogno e sto creando le basi economiche per realizzarlo"- ha affermato la giovane marocchina.

E ne ha anche per Michelle Conceicao Oliveira, la brasiliana che l'avrebbe ospitata dopo la telefonata del Cavaliere in questura e che adesso l'ha accusata di aver ricevuto dei nuovi documenti e una nuova identità. Karima a tal proposito annuncia querele: "Non sa quel che dice. Continua a gettarmi fango addosso perché è invidiosa e gelosa. Non mi sono mai prostituita e nessuno ha cercato di costruirmi ‘false identità'. La denuncerò per calunnia e falsa testimonianza". La giovane ha poi negato di essere incinta e ha confermato che Lele Mora sarà il suo testimone di nozze. Insomma, escludendo il lato gossipparo dell'intervista, pare proprio che la giovane marocchina stia remando dalla parte del Presidente Berlusconi. Ma si sa che il caso Ruby riserva ogni giorno sorprese e colpi di scena imprevedibili.

Solo ieri, infatti, si era appreso della memoria difensiva depositata alla Procura di Milano dalla consigliera Nicole Minetti. La Minetti, indagata insieme a Lele Mora e a Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione in un processo parallelo a quello in cui è imputato Berlusconi, aveva respinto le accuse a suo carico, scaricando tutte le responsabilità sui due co-indagati che a suo dire portavano le ragazze ad Arcore e ribadendo di non aver mai portato la giovane da nessuna parte. E il romanzo (criminale) continua.

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