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Caso Ruby: Berlusconi assente, processo rinviato al 31 maggio

Si è chiusa dopo pochi minuti la prima e attesissima udienza del processo Ruby, in cui si è deciso il rinvio del processo al 31 maggio. Berlusconi non si è visto a causa di “impegni istituzionali”.
A cura di Alfonso Biondi
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Processo Ruby

A Milano si è aperta la prima udienza del processo Ruby e si è chiusa dopo neanche 5 minuti, tempo sufficiente per decidere che il processo sarà rinviato al 31 maggio. In aula del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi neanche l'ombra. Era già stato annunciato, molti se lo aspettavano e ne è arrivata la conferma. Il Cavaliere è stato quindi dichiarato contumace dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano. Il Presidente ha però fatto sapere, attraverso una lettera consegnata ai giudici dal suo legale, che avrebbe voluto partecipare all'udienza, ma che a causa di impegni istituzionali non gli è stato possibile. Ha tuttavia sollecitato i giudici affinché l'udienza si svolgesse regolarmente, non appellandosi a nessun legittimo impedimento.

In aula c'erano il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, i pm Pietro Forno e Antonio Sangermano: sono stati loro ad occuparsi dell'inchiesta sul cosiddetto caso Ruby e a costruire l'impianto accusatorio dal quale l'imputato dovrà difendersi. Presenti anche il collegio difensivo di Berlusconi e Paola Boccardi, l'avvocato di Karima el Mahroug (Ruby Rubacuori). E' stata proprio la Boccardi a regalare l'unica "emozione" nell'udienza di oggi, annunciando la volontà della sua assistita di non costituirsi parte civile nel processo.

Per l'udienza di oggi c'era molta attesa: fuori dal Tribunale, dai lati opposti di Corso di Porta Vittoria si sono dati battaglia a suon di slogan e striscioni i sostenitori del Cavaliere e i suoi detrattori: da una parte le denunce di una magistratura politicizzata che perseguita da tempo il Presidente del Consiglio; dall'altra, come recitava uno striscione, le accuse di "occupazione abusiva di carica pubblica". Fuori dal Palazzo di giustizia anche gli operatori delle televisioni di mezzo mondo.

In questo processo il Presidente del Consiglio è accusato di aver avuto dei rapporti sessuali con la giovane marocchina quand'ella era ancora minorenne (reato di prostituzione minorile). E' accusato inoltre di aver fatto pressione su alcuni funzionari della questura di Milano la sera del 27 maggio 2010 (reato di concussione) affinché affidassero Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti.

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