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Carabiniere morto in incidente, condannato camionista: “Ha parcheggiato male”

È stato condannato in Tribunale a due anni e sei mesi di reclusione il camionista moldavo coinvolto nell’incidente stradale che nel settembre 2014 costò la vita all’appuntato dei carabinieri di Piacenza, Luca Di Pietra.
A cura di Biagio Chiariello
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Dovrà scontare due anni e sei mesi di reclusione il camionista moldavo, Sava Novakov, ritenuto responsabile di lesioni colpose e omicidio colposo. L’uomo era l’autista del tir parcheggiato vicino a una curva, al polo logistico di Castello. Contro il suo tir, nel settembre del 2014, si schiantò la gazzella dei carabinieri del Radiomobile di Piacenza, che stava inseguendo un’auto di malviventi in fuga. Nello schianto, purtroppo, perse la vita il carabiniere Luca Di Pietra, mentre il suo collega Massimo Banci rimase gravemente ferito. Il giudice ha accolto la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero, disponendo anche una provvisionale di 225mila euro da suddividere tra la vedova e i figli del carabiniere morto, i suoi parenti e il collega sopravvissuto.

L’avvocato dell'imputato, Marco Malvicini del Foro di Piacenza, aveva chiesto l'assoluzione del suo assistito, sostenendo che la posizione del camion fosse stata ininfluente, e che l'auto dei carabinieri sarebbe comunque finita fuori strada a causa della velocità sostenuta. Secondo le ricostruzioni, il mezzo pesante del moldavo era fermo poco dopo una curva, parcheggiato in modo non regolare. L’accusa aveva evidenziato l’esistenza di un nesso tra quel parcheggio e l’impatto dell’auto dei carabinieri. La gazzella, infatti, non aveva possibilità di notare il camion a causa della vegetazione incolta che era cresciuta proprio poco prima della curva. La vettura dei militari, che viaggiava a una velocità di 130 km/h avrebbe visto il tir troppo tardi. La frenata successivamente avrebbe fatto poi perdere il controllo all’auto che finì sotto la parte posteriore destra dell’autoarticolato. Uno schianto che uccise Di Pietra e provocò lesioni gravissime al capo pattuglia.

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