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Caos in Senato, ira del Pd: “Legge elettorale a rischio, tradito il patto di maggioranza”

È caos in commissione Affari costituzionali e all’interno della maggioranza di governo. Il candidato alla presidenza della commissione Affari Costituzionali del Pd è stato battuto dal candidato di Ap grazie a un’inedita alleanza delle opposizioni. “Tradito il patto di maggioranza, siamo preoccupati. Ora la legge elettorale è a rischio”, commentano dal Pd.
A cura di Charlotte Matteini
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È caos in commissione Affari costituzionali e all'interno della maggioranza di governo. Questo pomeriggio in commissione doveva tenersi l'elezione del nuovo presidente degli Affari Istituzionali, in sostituzione dell'onorevole Anna Finocchiaro, divenuta ministro per i Rapporti con il parlamento. Il candidato del Partito Democratico, Giorgio Pagliari, è stato però silurato da una stramba alleanza: tutte le opposizioni, da Forza Italia a Mpd passando per il Movimento 5 Stelle, si sono coalizzate e hanno votato il candidato di Ap, Salvatore Torrisi, che ha ottenuto la presidenza della commissione con 16 voti, battendo il contenente Pagliari rimasto fermo a quota 11 preferenze. "È la vittoria dei proporzionalisti, a questo punto la legge elettorale non si tocca più", sbottano nel Partito Democratico. "Tradito il patto di maggioranza, siamo preoccupati. Ora la legge elettorale è a rischio", ha commentato il dem Lorenzo Guerini. "Si tratta di un fatto grave che non va minimizzato. Abbiamo avuto una saldatura tra forze politiche di maggioranza e opposizione molto diverse. Serve un chiarimento, altrimenti si rischia lo sgretolamento del nostro sistema di alleanze. Spero non ci sia la crisi. Lo sbocco sarebbero o il voto anticipato o le larghe intese, entrambi pericolose per il Paese e il Pd", ha invece sottolineato il candidato alla segreteria del Partito Democratico Andrea Orlando. La presidenza della Commissione Affari Costituzionali è in questo momento considerato fondamentale perché a capo dell'organo principe per la realizzazione della futura legge elettorale, capace di velocizzare, rallentare o affossarne il dibattito in Aula.

"Siamo da tempo abituati all'uso del voto segreto non più su questioni di coscienza, quanto per manovre politiche sempre più volgari e ipocrite. Questa volta si è superato il limite. Il fronte politico che oggi si è formato per l'elezione del nuovo presidente della Commissione Affari Costituzionali al Senato riunisce in una singolare unità tutta l'opposizione, da Forza Italia ai Cinque Stelle passando per la Lega Nord. A voto palese litigano e si insultano, a voto segreto si muovono insieme. Oggi a questo inedito nuovo fronte si sono aggiunti, lo dicono i numeri, pezzi di maggioranza. Certamente non del Pd. La lealtà in maggioranza non è un optional e gli accordi vanno rispettati sempre. Basta capirsi…", hanno commentato i capigruppo dem Zanda e Rosato. Il Pd nel frattempo cerca di fare pressione sul ministro Alfano affinché faccia dimettere il neopresidente della commissione e contestualmente chiede un incontro al presidente del Consiglio Gentiloni e al presidente della Repubblica Mattarella. "Vogliamo confrontarci sulla maggioranza di governo. Fare una valutazione sulla situazione politica e sui fatti politici", ha spiegato Matteo Orfini.

Il Movimento 5 Stelle esulta: "Con 16 voti Torrisi, il senatore di Ap è stato eletto nuovo presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, che dovrà, vedremo però in che tempi, approvare la legge elettorale. Fatto fuori il Pd dalla guida della commissione, speriamo la stessa sorte per gli ultimi seguaci autoritari renziani. L'Italia il 4 dicembre si è espressa, è ora di dare seguito a quel mandato".

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