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La riforma della legge elettorale slitta a settembre. L’Ira di Salvini: “Scandaloso”

A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L’ipotesi è stata appoggiata da Pd, Ap e partiti di centro. Forza Italia propendeva per un rinvio a luglio e solo in seconda istanza a settembre. La Lega Nord, però, protesta e definisce il rinvio “scandaloso”.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo il fallimento in Aula dell'accordo sulla legge elettorale siglato da Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Pd e Forza Italia, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso di rinviare la discussione della riforma a settembre, dopo la tradizionale pausa estiva. Sebbene lo slittamento sia quasi certo, si dovrà attendere la prossima riunione dei presidenti di gruppo, nella prima settimana di agosto, per comprendere se l'esame della legge elettorale verrà calendarizzato nella prima settimana di settembre, quindi all'immediata ripresa dei lavori, oppure verso fine mese. Sembra che a puntare sul rinvio a settembre siano stati sia il Partito Democratico che Alternativa Popolare di Angelino Alfano, insieme all'asse di centro. "Il Parlamento italiano è perfettamente in grado di approvare una nuova legge elettorale partendo dai testi già messi in discussione, nessun patto extra-parlamentare, peraltro fallito e non riproponibile, può bloccare la libera dialettica parlamentare", hanno dichiarato i rappresentanti di Alternativa Popolare, Centristi per l'Europa, Udc, Democrazia solidale, Centro Democratico, Civici e Innovatori, Scelta Civica e Fare!.

Forza Italia, invece, propendeva per il rinvio a luglio e solo in seconda istanza a settembre, ma è la Lega Nord a protestare con più veemenza: "Innanzitutto è scandaloso, vergognoso che il Pd voglia perdere altri due mesi di tempo. Noi siamo disponibili a votare in una settimana una legge chiara che, la domenica sera, dica agli italiani chi ha vinto e chi ha perso e che eviti gli inciuci. Noi ci siamo anche la settimana prossima, perché aspettare settembre?", ha commentato il leader del Carroccio, Matteo Salvini.

"Quello è il testo base su cui abbiamo lavorato. Vogliamo un centrodestra unito, di governo, con un modello elettorale che trasformi i voti in seggi legato alla soglia del 5%. Forse Salvini ha cambiato idea? In caso, basta dirlo", ha invece commentato l'onorevole forzista Renato Brunetta.

"Sì, voglio ancora il proporzionale perché quando si parla di maggioritario non si può dire ‘non facciamo la lista unica'. Se si va al maggioritario si deve fare la lista unica, ma c'è chi dice che non vuole la lista unica, ma vuole il maggioritario. A meno che non ci sia un premio alla coalizione", ha invece dichiarato ai microfoni del Tg1 il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

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