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Braccio di ferro sulla Tav, cinque ore di vertice ma nessuna decisione sui bandi

Non sono bastate cinque ore di vertice notturno a Palazzo Chigi per trovare una mediazione tra M5s e Lega sulla Tav. Le posizioni sull’opera restano opposte. A Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte c’erano i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro Danilo Toninelli. Conte ha promesso una decisione entro venerdì.
A cura di Susanna Picone
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Nulla di fatto dopo il vertice notturno a Palazzo Chigi sulla Tav. L’incontro è andato avanti per 5 ore fino a notte fonda ma non è stata presa alcuna decisione se non quella, pare, di chiedere un bilaterale alla Francia sui criteri di finanziamento dell’opera. Sui bandi sarebbero ancora in corso valutazioni giuridiche. Al tavolo c’erano il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro Danilo Toninelli e i sottosegretari. La prima parte del vertice, quella legata alla parte tecnica del dossier, è durata circa tre ore ed è terminata a mezzanotte. Presenti, oltre al premier Conte, i vice, il ministro Toninelli, e due squadre di “prof” portate nella sede del governo sia dal M5S che dalla Lega. Dopo oltre tre ore i tecnici hanno lasciato Palazzo Chigi. Poi la riunione è continuata sulla parte politica del dossier. Insieme a Conte, Di Maio, Salvini, Toninelli ci sono i due sottosegretari al Mit leghisti Armando Siri e Edoardo Rixi, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli e il presidente della commissione Trasporti a Palazzo Madama Mauro Coltorti.

Consiglio dei Ministri in programma questa sera – Salvini, prima di entrare a Palazzo Chigi, aveva promesso che nonostante le divisioni tra i due partiti al governo dal vertice sarebbe venuta fuori una decisione. Dopo il vertice notturno entrambi i vicepremier hanno lasciato Palazzo Chigi scuri in volto mentre il premier Conte per il momento non ha parlato. Al momento non si ha notizia neanche di un aggiornamento del vertice, anche se alle 19.30 di oggi è convocato un Consiglio dei ministri che potrebbe essere nuova sede di confronto sulla Tav. Intanto la Commissione europea sarebbe pronta a inviare una nuova lettera all'Italia per ricordare che il “no” all'opera comporterebbe la violazione di due regolamenti Ue e la perdita di circa 800 milioni.

Palazzo Chigi: "Emerse criticità"

In mattinata è arrivato un commento da Palazzo Chigi: “Sono emerse criticità che impongono un'interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell'opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici, originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali. Saranno necessari ulteriori incontri non essendoci un accordo finale. All'esito del confronto si è convenuto che l'analisi costi-benefici sin qui acquisita pone all'attenzione del Governo il tema del criterio di ripartizione dei finanziamenti del progetto tra Italia, Francia e Unione Europea. A distanza di vari anni dalle analisi effettuate in precedenza e, in particolare, alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità”. Queste criticità "impongono una interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici,  originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali. Saranno necessari ulteriori incontri non essendoci un accordo finale".

Un commento è arrivato anche da Di Maio: “Crisi di governo no. Ma vertice infruttuoso sì. Ci riproviamo oggi”, ha detto il leader del Movimento 5 Stelle e vicepremier a proposito della riunione sulla Tav. Poi, alla domanda “Come se ne esce?” Di Maio ha detto che “è tosta”.

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