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Opinioni

Bimbi e guerre, i numeri choc dell’Unicef: 34 milioni soffrono ogni tipo di abuso

Decine di Paesi in guerra, dove a pagare il prezzo più alto sono proprio i più piccoli. Sono oltre 34 milioni i bambini che vivono in situazioni di conflitto armato e disastri naturali, denuncia Unicef. Repubblica Democratica del Congo, Siria e Yemen, le nazioni dove minori sono più a rischio di subire abusi di ogni tipo.
A cura di Mirko Bellis
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Due bambini yemeniti nel centro di riabilitazione ad Aden (Unicef)
Due bambini yemeniti nel centro di riabilitazione ad Aden (Unicef)

Decine di Paesi in guerra, dove a pagare il prezzo più alto sono proprio i più piccoli. Sono oltre 34 milioni i bambini che vivono in situazioni di conflitto armato e disastri naturali, senza accesso a servizi di protezione dell'infanzia. E’ l’ultima denuncia contenuta nel Rapporto sull'intervento umanitario diffuso da Unicef. Repubblica Democratica del Congo, Siria e Yemen, le nazioni dove minori sono più a rischio. “Guerre e disastri umanitari – sottolinea il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia – mettono a repentaglio la loro sicurezza, il loro benessere e il loro futuro”. I bambini nelle nazioni in conflitto soffrono ogni tipo di abuso. Dai danni immediati provocati dai combattimenti fino alla violenza sessuale, al rapimento e reclutamento forzoso. “La violenza contro i bambini assume forme sinistre”, avverte Unicef. E le conseguenze sono terribili: morte, gravi ferite e traumi psicologici.

L’infanzia spezzata nella Repubblica Democratica del Congo

Joseph, un ex bambino soldato della Repubblica Democratica del Congo (Unicef)
Joseph, un ex bambino soldato della Repubblica Democratica del Congo (Unicef)

Nella Repubblica Democratica del Congo, Joseph, un ragazzo di 16 anni, porterà per sempre il ricordo del conflitto che da anni insanguina il suo Paese. Nell'ottobre del 2017 mentre tornava a casa, è stato fermato dai miliziani di Kamuina Nsapu, un gruppo ribelle della provincia del Kasai Centrale. “Mi hanno detto che dovevo unirmi a loro, ma io non volevo”, racconta Joseph. “Uno dei miliziani allora ha preso un coltello e, dopo aver messo la lama sul fuoco, ha iniziato a incidermi sul collo il mio nome. I dolori erano così forti che ho accettato di far parte della milizia”. Anche Albert è un altro adolescente reclutato con la forza dai ribelli congolesi. Un giorno, in un villaggio, è stato ferito alle gambe dai militari regolari. “Non potevo camminare per raggiungere un ospedale – ricorda – così mi sono rifugiato nella foresta dove mi sono curato da solo”. Joseph e Albert adesso sono al sicuro al Centre pour Transit et Orientation, un centro di reintegrazione per ex bambini soldato a Kananga, nel Kasai Centrale.

Per i bambini, agli orrori della guerra, si aggiunge la mancanza delle cure mediche, del cibo o dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari, dell’istruzione e di altri diritti basilari. “Se i bambini non hanno luoghi sicuri per giocare, se non possono essere riuniti con le loro famiglie, se non ricevono supporto psicosociale, non possono guarire dalle cicatrici invisibili causate dalla guerra”, ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale dell'Unicef.

Sud Sudan: oltre 2 milioni di bambini senza scuola

A Wau Shilluk, una città nel Sud Sudan, la guerra ha distrutto ogni cosa (Unicef)
A Wau Shilluk, una città nel Sud Sudan, la guerra ha distrutto ogni cosa (Unicef)

A Wau Shilluk, una città nel Sud Sudan, non è rimasto più niente. A causa della guerra civile sono andate distrutte case, scuole e strutture sanitarie. Anche il sistema idrico è stato danneggiato e non è più funzionante. Per poter far arrivare gli aiuti umanitari, Unicef è costretta a viaggiare lungo il fiume perché le strade sono ancora disseminate di mine antiuomo. Nonostante la firma di un accordo di pace, la situazione umanitaria rimane disastrosa, con continue violenze, grave insicurezza alimentare e nutrizionale, sconvolgimento economico e focolai di malattie. Più di 4,5 milioni di persone sono state sradicate dalle loro case, 6 milioni di persone hanno bisogno di acqua e impianti igienici e 2,2 milioni di bambini non frequentano la scuola.

Yemen: un bimbo su tre soffre di malnutrizione acuta

Un bimbo yemenita gravemente malnutrito nell'ospedale di Sana'a (Unicef)
Un bimbo yemenita gravemente malnutrito nell'ospedale di Sana'a (Unicef)

Particolarmente drammatica è la situazione dei bambini yemeniti: a causa dell'impatto del conflitto in corso, oltre 11 milioni di minori richiedono assistenza umanitaria. Affrontano carenze alimentari, malattie e una grave mancanza di accesso ai servizi sociali di base. In Yemen, un bambino su tre è a rischio di malnutrizione acuta, come ha rilevato nella sua recente visita al Paese mediorientale, Geert Cappelaere, il direttore regionale di Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.

Anche i bambini che sono riusciti a scappare dalle aree sconvolte dalla guerra sono a rischio. Basti pensare alle difficili condizioni di migliaia di minori siriani nei campi profughi sparsi in patria o in Libano. Oppure in Etiopia, dove un milione e mezzo di bambini è sfollato e ha bisogno di assistenza umanitaria.

“Oggi milioni di bambini subiscono terribili livelli di violenza, stress e trauma a causa di conflitti armati e disastri umanitari”, ha affermato Fore. “Tuttavia – fa notare Unicef – i finanziamenti limitati, il crescente disinteresse delle parti in guerra per il diritto internazionale e il diniego dell'accesso umanitario, rappresentano una significativa limitazione alla capacità delle agenzie per gli aiuti di proteggere i bambini”. Per far fronte ai propri impegni verso i più piccoli, Unicef ha lanciato un appello rivolto alla comunità internazionale in cui chiede fondi per 3,9 miliardi di dollari. “Fornire a questi bambini il supporto di cui hanno bisogno è fondamentale, ma senza azioni internazionali consistenti e condivise, molti continueranno ad essere lasciati indietro”, ha sottolineato Manuel Fontaine, direttore dei programmi d'emergenza dell'Unicef. Le risorse finanziarie serviranno a garantire accesso ad acqua sicura, nutrizione, istruzione, salute e protezione a 41 milioni di bambini in 59 paesi nel mondo.

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