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Bersani: “In questi anni uniti si è perso, popolo sinistra stufo dell’arroganza di Renzi”

Pier Luigi Bersani chiude nuovamente a una possibile alleanza elettorale con il Pd: “In questi anni uniti si è perso, c’è un pezzo del popolo di centrosinistra che non ne vuol sapere dell’arroganza di Renzi”. Ma apre al segretario del Pd in caso di abolizione del Jobs Act.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’apertura del segretario del Pd Matteo Renzi nei confronti della sinistra sembra non essere sufficiente per Pier Luigi Bersani, leader di Mdp. “In questi anni uniti si è perso: io sono il più unitario di tutti, ma uniti si vince o cambiando si vince?”, afferma intervistato durante la trasmissione di La7 Otto e mezzo. Il problema, secondo Bersani, rimane Renzi: “C’è un pezzo di popolo del centrosinistra che non ne vuol sapere di Renzi e della sua arroganza”. Ma Mdp potrebbe ripensare a un’alleanza con il Pd a guida Renzi in caso di abolizione del Jobs act.

Oggi era stato già Massimo D'Alema a far trapelare il messaggio che un'alleanza elettorale è da escludere. Ieri ha parlato telefonicamente con Piero Fassino che doveva sondare la disponibilità ad un'intesa elettorale. L'ex ministro degli Esteri ha detto all'esponente del Pd di affrontare l'argomento con il coordinatore di Mdp, Roberto Speranza, ma sostenendo che secondo lui il percorso è ormai tracciato.

Secondo Bersani il tema delle alleanze e le mediazioni in campo al momento sono solo “teatro”: “Tutti dicono uniti, ma in questi anni uniti si è perso, perché c’è stata una frattura profonda”. “C’è un pezzo di popolo del centrosinistra – argomenta ancora Bersani – che non ne vuol sapere di Renzi e della sua arroganza e questo non è chiaro a Renzi”. Eppure secondo il leader di Mdp c’è ancora qualche possibilità di accordo: “Se il Pd cancella il Jobs Act e si tiene Renzi come leader ci sto? Alla grande”, risponde.

Questa arroganza di non prendere atto delle cose che non vanno – attacca di nuovo Bersani – sta segando il ramo non solo in cui sta seduto il Pd ma il centrosinistra. E, se neghiamo la realtà arriva la destra”. “Il 30% dell'elettorato del centrosinistra – secondo il leader Mdp – non va a votare. Noi non portiamo via voti al Pd, quelli che prendiamo – pochi o tanti – li ha già persi. L’elettorato non ci sta col Pd e non ci sta col Pd renziano che con le politiche sul lavoro, sulla scuola ha rotto con un pezzo del popolo di centrosinistra”. Quindi, senza cambio di politiche è inutile “ammucchiarsi”.

L’esponente di Mdp parla poi dei temi ritenuti cruciali per una eventuale alleanze post elettorale: “Lavoro ben pagato e stabile, universalità dei servizi a partire dalla sanità e fisco progressivo”. E difende il presidente del Senato Pietro Grasso dalle critiche ricevute proprio da parte del Pd: “Aggredire i presidenti di Camera e Senato è assurdo. Grasso ha detto una parola dopo otto voti di fiducia sulla legge elettorale, aggredire Grasso è vergognoso”.

Ultimo punto toccato da Bersani è quello dello Ius Soli, la legge sulla cittadinanza ferma al Senato: “Il tema dello Ius soli è determinante – afferma -. Metteranno la fiducia? Lo spero, gliene voto due o tre”.

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