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Opinioni

Berlusconi: “Non mi ricandido alle elezioni”

“Per amore dell’Italia non mi ricandido alla Presidenza del Consiglio”. Ora è ufficiale: Silvio Berlusconi si ritira dalla politica.
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Silvio Berlusconi non si candiderà alla Presidenza del Consiglio alle elezioni politiche del 2013 e fa un passo indietro dalla politica attiva, rinunciando a guidare in prima persona il Popolo della Libertà. Dopo mesi di tira e molla (con ipotesi più o meno fondate su una sua nuova "discesa in campo"), arriva la conferma definitiva che spazza via dubbi e tentennamenti ed indica anche il nuovo corso del Popolo della Libertà: primarie per la scelta del leader e robusto rinnovamento generazionale. La conferma arriva dallo stesso Cavaliere, in una nota affidata alle agenzie che ovviamente sta avendo larghissima diffusione:

Per amore dell'Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d'amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un po' di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività

La decisione era nell'aria, ma la notizia resta una sorpresa proprio perché arriva nel pieno della fase di ricostruzione del centrodestra, cui sta alacremente lavorando lo stesso Berlusconi. Infatti, il Cavaliere precisa la necessità di tenere una consultazione primarie per la scelta del suo successore, forse il 16 dicembre:

Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni.  Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell'individuo e nei suoi diritti naturali, nella liberta' politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi. Lo faranno con un'investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi

Infine Berlusconi ci tiene a ribadire alcuni concetti chiave della sua esperienza politica:

Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell'opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell'Italia […] Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora. Siamo stati in effetti sostenitori di un'idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un'Italia in cui non si regna per virtu' lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma ‘populista' è la piu' importante nella storia dei centocinquant'anni dell'unita' del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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