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Opinioni

Beppe Grillo e lo “splendido isolamento” del Movimento

Il nuovo “assalto alla diligenza” parte dopo l’abbandono di Travaglio e si concretizza dopo che i voti del Movimento 5 Stelle “decidono” le elezioni regionali in Molise. Media e giornali scatenati: “Grillo isolato”, dopo mesi di “qualunquismo e demagogia”. Ma se il centrosinistra perde, è davvero per colpa di Grillo?
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Beppe-Grillo-Cozzaday

Era tutto sommato abbastanza prevedibile che la decisione di Marco Travaglio di abbandonare la collaborazione con il blog di Beppe Grillo potesse dar vita al solito vortice di insinuazioni, polemiche, precisazioni e distinguo. Il fatto poi che la scelta del giornalista di Passaparola seguisse a stretto giro di boa la pubblicazione da parte di Grillo di un editoriale dai toni decisamente duri nei confronti di Padellaro e Colombo, ha finito per "peggiorare le cose". Ed infatti, nonostante le smentite di Travaglio (che sostanzialmente conferma le motivazioni di carattere logistico – organizzativo alla base della decisione), nelle ultime settimane il web è stato letteralmente invaso da editoriali, note e "argute osservazioni" sulla "lite", su questo "ennesimo strappo" che si sarebbe prodotto all'interno del fronte di opposizione in seno alla società civile e all'area movimentista.

Un fuoco di fila che nelle ultime ore è stato alimentato dai risultati delle elezioni regionali in Molise, con la vittoria per un pugno di voti del Governatore uscente Michele Iorio, pluri – inquisito esponente del Popolo della Libertà. E, secondo un copione già visto in passato (in particolare dopo la sconfitta di Mercedes Bresso alle Regionali in Piemonte), gli strali dell'opposizione si sono riversati sulla scelta del Movimento di Grillo di non appoggiare Paolo Di Laura Frattura, tra l'altro ex esponente di spicco del centrodestra molisano. In pratica la colpa dei grillini è quella di aver ottenuto un consenso consistente che invece (sarebbe interessante capire in base a quale logica democratica) doveva servire a portare alla guida della Regione l'esponente del centrosinistra. Insomma, "Grillo fa il gioco di Berlusconi", perchè sostiene un Movimento radicalmente alternativo ai tre (?) poli e i suoi elettori non si riconoscono nella "logica" del meno peggio? Ma soprattutto, come è possibile che la quasi totalità dei media sottostimi in un modo così evidente la portata e la "forza" (non solo elettorale) di un movimento che negli anni è cresciuto, è cambiato ed è riuscito a sensibilizzare l'opinione pubblica su una miriade di temi estremamente rilevanti?

La ragione è abbastanza semplice e fin troppo elaborata: Grillo è riuscito nella (non facile tra l'altro) missione di rendersi "antipatico" non solo all'intera scena politica nazionale (con qualche eccezione rilevante), ma finanche a parti consistenti della cosiddetta società civile e soprattutto alla quasi totalità dei media tradizionali. Un "percorso" culminato con le critiche ad alcuni esponenti del Popolo Viola, ma che prima aveva visto il comico genovese recidere i rapporti con personalità di primissimo piano del panorama politico come il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ma soprattutto con "gruppi" con i quali pure è evidente una certa "affinità elettiva", come nel caso de Il Fatto. Il tutto in concomitanza con la crescita e l'affermazione (elettorale prima di tutto, ma culturale soprattutto oseremmo dire) del suo Movimento 5 stelle, da molti considerata in effetti la vera novità sostanziale della politica italiana negli ultimi 10 anni.

O meglio, questo nella "vulgata tradizionale" dell'esperienza di Beppe Grillo e del suo movimento. Un ritratto a tinte fosche che spesso e volentieri prescinde dalla specificità delle questioni e tende ad essere ricalcato su un vecchio schema tanto caro alla politica italiana. In buona sostanza in effetti, chi non è incline alla mediazione, al compromesso e al cerchiobottismo è etichettato come qualunquista. Chi immagina coerentemente percorsi radicalmente diversi, con un nichilismo "romanticamente rivoluzionario e dannatamente concreto" al tempo stesso, è un demagogo incapace di comprendere la complessità degli eventi. Chi non usa mezzi termini per mandare i propri messaggi è un abile mistificatore ed un calunniatore di professione. Chi disdegna pubblicamente quei modelli di comportamento che hanno ridotto la politica italiana ad un cumulo di macerie è un professionista dell'anti – politica.

E che poi Grillo sia davvero un "settario per nulla accomodante e tendenzialmente egocentrico" sinceramente non sembra rilevante, almeno nel senso della valutazione politica. Così come francamente del tutto avulse da considerazioni di carattere politico – programmatico appaiono le valutazioni sui "guadagni di Grillo, professionista dell'antipolitica" e sulle sue attività "imprenditoriali". Insomma, per una volta sarebbe interessante confrontarsi nel merito delle questioni, valutare la portata delle rivendicazioni del Movimento e successivamente prendere posizione senza pregiudizi di sorta. In tal modo, magari ci si potrebbe rendere conto che la gran parte dei temi che agitano le piazze, dividono l'opinione pubblica ed infiammano il dibattito politico è stata "anticipata" e in qualche modo elaborata in quel laboratorio permanente che è il Movimento. Dall'indignazione contro la Casta allo spreco dei finanziamenti pubblici (ricordate i V day?), dalla questione morale (con valanghe di firme che continuano a giacere negli archivi del Senato) al tema del nucleare, fino all'analisi sull'attuale situazione economico – finanziaria dell'Italia e dell'Europa, con il tema del "default" anticipato anni fa dal comico genovese.

E non si tratta di straordinarie qualità da veggente, si tratta solo di guardare lucidamente alla realtà delle cose e non aver paura nè remore nel dire ad alta voce ciò che si pensa, senza filtri nè censure, ma soprattutto senza dover rendere conto a "terzi" che non siano gli utenti della Rete ed i singoli cittadini. Intendiamoci, chi scrive non è un fervente militante del Movimento, ma ciò non vuol dire non cogliere gli oggettivi elementi di novità  dell'esperienza "grillina" nè tantomeno limitarsi ad una considerazione approssimativa del "Grillo distruttore" dei sogni del centrosinistra di riprendersi la guida di Regioni e Comuni. Altro che "polizza sulla vita di Berlusconi" (come istintivamente sostiene Donadi), il successo elettorale del movimento è frutto proprio delle lacune di un centrosinistra troppo spesso incapace di innovarsi, di confrontarsi con i propri elettori, di "praticare e non solo predicare" trasparenza, democrazia, legalità…soprattutto a livello locale.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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