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Verona, rubano il telefono a una donna in treno: nigeriano li ferma e viene aggredito

Ha fermato due ladri che avevano appena rubato il telefono a una donna a bordo di un treno tra Trento e Verona: i due, però, lo hanno aggredito. Bexander Best, ragazzo nigeriano di 26 anni, è comunque riuscito a far restituire il cellulare e ora viene definito da chi ha assistito alla scena come un “eroe”.
A cura di Stefano Rizzuti
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È intervenuto per difendere una signora a cui stavano rubando il cellulare. Ha affrontato i ladri che lo hanno poi aggredito. E la sua storia viene raccontata da Repubblica, dopo che gli altri passeggeri del treno hanno soccorso il ragazzo e hanno avvisato il giornale per poter raccontare che ha fatto colui che descrivono come un “eroe”. Il protagonista della vicenda è Bexander Best, un ragazzo di 26 anni arrivato dalla Nigeria “per avere una vita migliore”, come racconta lui stesso. L’episodio avviene intorno alle 20: Bexander è sul treno che va da Trento a Verona, un regionale su cui sono presenti poche persone. Si accorge di due ragazzi nordafricani che iniziano a parlare con una signora di circa 60 anni: mentre uno discute con lei, l’altro le sfila il telefono dalla borsa e si allontana.

Lui se ne accorge e lo insegue: “Gli ho chiesto perché lo ha fatto, gli ho detto che è una cosa grave e gli ho detto di restituirlo subito, ma mi ha risposto ‘cerchi rogne? Vuoi una lezione?’. Io gli ho detto di restituire il cellulare, che non lo avrei lasciato andare, perché in Nigeria noi non rubiamo”. Arriva il complice del ladro, il ragazzo nigeriano costringe i due a restituire il telefono, ma lo aggrediscono: prima una botta al naso, poi la colluttazione. Intervengono gli altri passeggeri ed evitano che la rissa continui. I due ladri scappano.

Arrivati a Verona, il ragazzo viene accolto dalla polizia che gli consiglia di farsi medicare e sporgere denuncia. Viene ringraziato dalla donna, ma per lui ha solo “fatto una cosa normale”. Un ragazzo l’ha soccorso ed è andato con lui al pronto soccorso, rimanendo con lui e convincendolo a raccontare quanto successo. “Bisogna parlare di storie come quella di Bexander”, commenta semplicemente.

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