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Una commessa, una cuoca, un operaio: i “guerrieri” no vax che volevano radere al suolo il Parlamento

Sono otto le persone indagate per istigazione a delinquere aggravata finite ieri nella retata dell’antiterrorismo e della polizia postale. Si tratta di No-vax che in n gruppo Telegram creato ad hoc si definivano i “Guerrieri” e minacciavano di far saltare i furgoni delle televisioni con le molotov o di far esplodere il Parlamento usando dei droni.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono otto le persone indagate per istigazione a delinquere aggravata dopo che ieri in diverse città italiane l'antiterrorismo e la polizia postale hanno effettuato un'operazione che ha portato a perquisizioni domiciliari e informatiche. Si tratta di cinque donne e tre uomini appartenenti al mondo "No-vax" che attraverso un gruppo Telegram denominato "I guerrieri" progettavano azioni violente anche con armi durante manifestazioni di piazza contro vaccini anti Covid o Green pass. Tra questi un panettiere, un custode, un’ex commessa, due operai e una cuoca: un identikit del gruppo che colloca a capo dei "guerrieri" proprio il custode di uno stabile, un uomo di 46 anni di Milano che ha dato vita al grippo Telegram. I poliziotti hanno trovato nel suo appartamento due tirapugni che lui stesso aveva definito, postandone una foto sui social, "il mio nuovo giocattolo" da usare nelle piazze "perché non dobbiamo solo scrivere, ma fare qualcosa". Nei loro obiettivi vi era quello di "radere al suolo il Parlamento con tutti loro dentro: basta un piccolo drone pilotato a distanza da uno dei tetti di Roma… un 500 grammi di tritolo e lo lasci cadere durante la seduta… e non rimarrebbero tracce".

Tra gli altri guerrieri lombardi anche Francesco, 34 anni, operaio metalmeccanico, che sui propri profili social postava foto di manifesti con svastiche barrate e la scritta "No alla dittatura sanitaria": era lui che incitava gli altri alla distruzione dei ripetitori 5G. Bergamsco invece il 53enne Stefano, anch'egli operaio che aveva un regolare porto d'armi e per questo in casa custodiva due pistole e si vantava con gli altri di possedere "dei gingilli a lungo raggio da provare". Una vera e propria ossessione quella per le armi che accomunava i No-vax indagati come il 33enne Stefano, panettiere di Reggio Emilia nel cui appartamento sono stati trovati manganelli, una katana e spray al peperoncino. Mentre David, 45 anni, proprietario di un bar a Roma, incitava ad «azioni violente» e sul suo profilo Facebook ci sono scritte "No mask no Vax no green pass". Non solo uomini, ma anche e soprattutto donne come Ilaria, 43 anni, romana, ex commessa in un grande magazzino e ora disoccupata, oppure Lara, 51 anni, di Venezia: nel suo passato una militanza nei gruppi indipendentisti veneti e la revoca del porto d’armi per problemi psichiatrici. Infine Sandra, padovana, 53 anni, che lavora in una mensa aziendale: il suo obiettivo era tirare letame e uova addosso a Roberto Speranza in un appuntamento pubblico a Padova.

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