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Uccise il padre per errore sparandogli alla testa, Alberto Boggian è libero. La madre: “L’ho perdonato”

È un uomo libero Alberto Boggian, colpevole di aver ucciso il padre “per gioco” sparandogli alla testa con un fucile. Dopo aver scontato la sua pena in un carcere minorile ha superato la messa alla prova. La madre: “L’ho perdonato”.
A cura di Chiara Ammendola
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Dopo cinque anni e mezzo da quel terribile giorno, Alberto Boggian è un uomo libero. Era il 24 marzo 2017 quando con un colpo di fucile uccise il padre Enrico. Al tempo era minorenne e fu condannato in primo grado a dieci anni e otto mesi di carcere, ora la Corte d’Appello di Venezia, sezione penale minori, ha accolto la richiesta della difesa e ha emesso una sentenza di “non luogo a procedere nei confronti dell’imputato per essersi estinti i reati grazie all’esito positivo della messa alla prova”.

Alberto il prossimo 3 novembre compirà 22 anni e quando sparò al padre uccidendolo era ancora minorenne. Ha scontato 18 mesi nel carcere minorile di Treviso e, a partire dal maggio del 2019, è stato ospite in una comunità protetta nelle Marche. Poi la sentenza della Corte d'Appello che non è stata appellata né dalla difesa né dalla procura generale diventando così definitiva.

“La madre ha vissuto quotidianamente il rapporto fra padre e figlio e non ha mai pensato, e sottolineo il mai, che si sia trattato di un gesto volontario – le parole dell'avvocato Ernesto De Toni riportate da Corsera – è stato uno scherzo trasformato per una fatalità in una tragedia. E lei lo ha perdonato”.

Quel giorno di cinque anni fa, secondo quanto ricostruito quindi in fase di processo, Alberto agì incautamente, per gioco, quando decise di puntare un fucile contro la testa del padre e premere il grilletto. Il ragazzo era convinto che l’arma, che aveva sottratto al compagno della nonna paterna, avesse la sicura inserita. Tornato a casa da scuola, prese il fucile che aveva sottratto al compagno della madre e sparò al padre che si era addormentato davanti alla tivù.

“Vorrei poter chiedere scusa a mio padre per quello che ho fatto, consapevole del perché l’ho fatto – le parole pronunciate da Alberto in aula nel 2019 quando il suo avvocato chiese la messa alla prova – volevo chiedere scusa a mia mamma, a mia zia, a mia sorella e a tutti voi. E a mio padre”. Col passare degli anni il giovane, ormai maggiorenne, è riuscito a diplomarsi, completando il processo di studi. Oggi Alberto Boggian vive lontano dalla madre, a Roma vicino a una zia, che lo ha accolto nell’azienda di famiglia, permettendogli di lavorare e di rifarsi una vita.

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