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Uccise il padre per difendere la mamma, assolto Alex Pompa: “Adesso voglio solo una vita normale”

“Adesso voglio solo tornare a casa e riprendere in mano la mia vita. Vedere la partita dell’Inter, cenare con la mia famiglia. Fare un viaggio, una vita normale”. A dirlo Alex Pompa, assolto ieri per l’omicidio del padre violento, Giuseppe.
A cura di Davide Falcioni
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"Adesso voglio solo tornare a casa e riprendere in mano la mia vita. Vedere la partita dell'Inter, cenare con la mia famiglia. Fare un viaggio, una vita normale". A dirlo, in un'intervista rilasciata a La Repubblica, il ventenne Alex Pompa, assolto ieri dai giudici della Corte D'Assise del Tribunale di Torino, dove era imputato per l'omicidio del padre Giuseppe, ucciso a Collegno il 30 aprile del 2020 nel tentativo di difendere la madre, vittima dell'ennesima violenza domestica da parte dell'uomo che aveva sposato ma che di frequente la picchiava. Nel tentativo di proteggere la donna Alex colpì il padre con decine di coltellate, fino ad ucciderlo, poi chiamò il 118 e chiese l'intervento dei soccorritori. "Alex ci ha difesi e ci ha salvato la vita. Se non fosse per lui, oggi non sarei qui”, ha dichiarato la mamma in aula in difesa del figlio. Parole alle quali i giudici hanno creduto formulando la sentenza di assoluzione perché il fatto "non costituisce reato".

Le minacce di Giuseppe Pompa alla moglie: "Tu non sei degna di me, ti disintegro"

Determinanti, ai fini della sentenza, sono stati i racconti fatti sia da Alex che dalla madre e dal fratello e le registrazioni di quanto accadeva in casa. "Mio padre era un uomo malato, ossessionato dalla gelosia e dal controllo verso mia madre. Avrebbe avuto bisogno di cure. Sentire la sua voce in aula, negli audio, non è stato facile". Ieri mattina, prima della sentenza, sono stati diffusi alcuni audio: "Tu non sei degna di me", "Schifosa", "Sei una me***", "Ti disintegro" sono solo alcune delle frasi pronunciate da Giuseppe Pompa nei confronti di sua moglie. In realtà, infatti, nei documenti depositati agli atti risultano più di 300 minacce rivolte dall'uomo nei confronti della donna e dei figli.

Così Alex Pompa ha ucciso suo padre

Giuseppe Pompa era un uomo iracondo e violento al punto che Alex e il fratello Loris da tempo avevano smesso di uscire la sera nel timore di lasciare la madre da sola con lui. Le violenze, nell'appartamento al sesto piano di un palazzone a Collegno, in via Edmondo De Amicis 47, si erano intensificate nei mesi di lockdown tra marzo e aprile del 2020 e la situazione era diventata ormai insostenibile. Il 30 aprile Giuseppe Pompa, 52 anni, era tornato dal lavoro, nervoso come sempre. Si era messo a tavola, aveva bevuto qualche bicchiere di vino e quando i figli gli avevano tolto la bottiglie prima si era spostato in camera da letto, quindi era tornato scagliando come sempre la sua ira sulla moglie. Alex però questa volta aveva reagito afferrando dei coltelli e colpendo il padre decine di volte, fino ad ucciderlo. Fu Alex a chiamare i soccorsi e fu sempre lui a confessare quello che aveva fatto alle forze dell'ordine. Dopo l’omicidio, il Tribunale del riesame di Torino aveva accolto la richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati difensori del giovane, che aveva potuto scontare la pena ai domiciliari da un compagno di classe, in vista dell’esame di maturità poi sostenuto all’istituto alberghiero "Arturo Prever" di Pinerolo.

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