3.261 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Uccise a botte la moglie incinta e la lasciò agonizzante in casa per dieci ore, chiesto l’ergastolo

Mustafa Zeeshan è accusato di aver ucciso la moglie Fatima di 28 anni, incita all’ottavo mese di gravidanza, picchiandola e soffocandola nel loro appartamento a Versciaco, in Alto Adige.
A cura di Antonio Palma
3.261 CONDIVISIONI
Immagine

Ergastolo, è la pena più severa quella chiesta dal pubblico ministero per Mustafa Zeeshan, il pizzaiolo pakistano che la notte del 30 gennaio del 2020 uccise a botte la moglie Fatima di 28 anni, incita all'ottavo mese di gravidanza, nel loro appartamento a Versciaco, in Alto Adige. Per l’accusa, infatti, all’uomo non va riconosciuta nessuna attenuante generica ma, al contrario, ben quattro aggravanti. Per il pm Sara Rielli infatti va considerato che la vittima fosse coniuge, che è stata uccisa in ambiente domestico, in stato di gravidanza e in condizione di minorata difesa.

Per l’accusa, la vittima fu ripetutamente picchiata, poi soffocata e infine lasciata almeno dieci ore sul letto prima che fossero allertati i soccorsi. Ricostruendo la vicenda famigliare di vittima e omicida, l’accusa nella sua requisitoria, avvenuta ieri davanti alla Corte d'Assise di Bolzano, ha ricordato che la donna era costretta da tempo dal marito a vivere segregata in casa.

Fatima viveva come da reclusa, privata di ogni libertà, senza poter mai uscire da sola, nemmeno per fare la spesa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il marito inoltre non badava a lei e non le acquistava nemmeno il cibo sufficiente nonostante fosse in gravidanza.

Infine, secondo l’accusa, l’uomo non ha mai mostrato pentimento per ciò che ha fatto e anzi ha mentito più volte fornendo versioni più volte differenti. In base a queste circostanze, oltre alla condanna all’ergastolo per omicidio volontario aggravato, per l’imputato chiesti anche nove mesi di isolamento diurno.

La difesa dell’uomo non nega l’omicidio della donna ma punta sull’infermità mentale dell’imputato. Per i legali, infatti, Mustafa Zeeshan, sarebbe incapace di intendere e volere a causa di un disturbo del sonno che sarebbe la causa dei suoi squilibri mentali. Una tesi che l’accusa rigetta anche i base ai propri periti e le perizie effettuate per conto del giudice. Il processo proseguirà ora nei prossimi giorni ma la sentenza da parte della Corte d'Assise di Bolzano presieduta dal giudice Carlo Busato è attesa entro sabato.

3.261 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views