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Uccide moglie e suocera e si suicida, l’arma del delitto era nascosta tra gli abiti nell’armadio

Ci sono però pochi dubbi sul fatto che il coltello sia quello usato da Antonio Granata per uccidere la moglie Carolina Bruno, di 65 anni, e l’anziana madre di questa, la 95enne Lorenza Addolorata. La lama del coltello rivenuto infatti è spezzata nella parte superiore e risulta perfettamente combaciante con l’altra metà di lama rinvenuta la sera stessa del delitto.
A cura di Antonio Palma
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Ritrovata l’arma del duplice omicidio di Massafra, il coltello usato da Antonio Granata per uccidere la moglie e la suocera lo scorso 15 marzo prima di suicidarsi. La lama è stata rinvenuta dagli inquirenti nell’appartamento in cui omicida e vittime vivevano insieme in provincia di Taranto. Era nascosta tra alcuni vestiti nell'armadio della camera da letto in cui è stata trovata una delle due vittime gli esperti della scientifica hanno esaminare a fondo la stanza per rinvenirlo. Il coltello con tracce di sangue sarà ora sottoposto ad accertamenti tecnici, dattiloscopici e di campionamento del Dna rinvenuto. Come spiegano gli stessi investigatori, ci sono però pochi dubbi sul fatto che il coltello sia quello usato per uccidere Carolina Bruno, di 65 anni, e l’anziana madre, la 95enne Lorenza Addolorata.

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La lama del coltello rivenuto infatti è spezzata nella parte superiore e risulta perfettamente combaciante con l'altra metà di lama rinvenuta la sera stessa del delitto nel corso dei rilievi di polizia scientifica sul luogo del duplice omicidio. Come ricostruito finora, quella sera il 61enne Antonio Granata ha ucciso la moglie e la suocera prima di telefonare ai carabinieri confessando il duplice omicidio e darsi alla fuga. Non si sa se l’uomo a quel punto avesse già deciso di suicidarsi o la scelta del tragico gesto sia arrivata dopo aver capito di non avere vie di fuga. Durante le ricerche da parte dei carabinieri, infatti, il sessantunenne si è tolto la vita impiccandosi a un albero di ulivo.

In base a testimonianze e ricostruzioni documentali degli ultimi mesi di vita dei tre, la tragedia famigliare sembra essere maturata nell’ambito di gravi problemi di natura economica che avevano sfasciato la coppia. Circa un anno fa infatti i coniugi avevano perso il loro alloggio all'asta e si erano dovuti trasferire al pianterreno dello stesso stabile di via Leonardo Da Vinci dove si è consumato il delitto, dalla suocera. Qui infatti sono iniziati lunghi litigi che, a detta dei vicini, erano ormai all'ordine del giorno.

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