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Esami di Maturità 2024

Tutte le tracce della Maturità 2023, i temi di italiano per la prima prova

Alle ore 8:30 di oggi, mercoledì 21 giugno 2023, è iniziata ufficialmente la Maturità 2023 con la prima prova scritta, il tema d’italiano. Tutte le tracce e gli autori di quest’anno.
A cura di Redazione
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Sono state rese note le tracce della prima prova per l'esame di Maturità 2023, in programma oggi 21 giugno in tutti gli istituti secondari italiani. I plichi telematici arrivati dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, contenenti le sette tracce del tema d'Italiano, sono stati aperti alle ore 8.30.

La prima prova d'italiano vale un massimo di 20 punti (5 punti in più rispetto allo scorso anno), si può scegliere come sempre tra 7 tracce, divise in tre tipologie.

La prima è l'analisi del testo, con due tracce per la tipologia A: un testo poetico e un testo in prosa. La seconda tipologia B riguarda l'analisi e la produzione di un testo argomentativo, e gli studenti possono scegliere tra tre tracce di argomento artistico-letterario, storico-politico e tecnico-scientifico. L'ultima tipologia, la C, è invece dedicata al tema di attualità: in questo caso gli studenti possono scegliere tra due tracce.

Ecco tutte le tracce della prima prova alla Maturità 2023, anche in formato pdf, e tutte le notizie sullo svolgimento delle diverse tipologie.

Tracce della tipologia A

Due le tracce della tipologia A alla Maturità 2023 per l'analisi del testo:

Analisi di un testo poetico

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Il testo poetico da analizzare quest'anno è "Alla nuova luna" di Salvatore Quasimodo, contenuta nella raccolta "In tutte le poesie". Un brano che invita alla riflessione sul progresso scientifico e sulla responsabilità degli scienziati a partire dal lancio dello Sputnik.

In principio Dio creò il cielo
E la terra, poi nel suo giorno
Esatto mise i luminari in cielo
E al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
Fatto a sua immagine e somiglianza
Senza mai riposare, con la sua
Intelligenza laica,
Senza timore, nel cielo sereno
D’una notte d’ottobre,
Mise altri luminari uguali
A quelli che giravano
Dalla creazione del mondo. Amen

“Alla nuova luna” fa parte della raccolta “La terra impareggiabile”, pubblicata nel 1958, che testimonia l’attenzione di Quasimodo (1901-1968) per il mondo a lui contemporaneo e la sua riflessione sul progresso scientifico e sulla responsabilità degli scienziati in un’epoca di importanti innovazioni tecnologiche. La poesia è ispirata al lancio in orbita del primo satellite artificiale, Sputnik I, avvenuto nel 1957.

Il candidato può rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte. Facendo riferimento alla produzione poetica di Quasimodo e/o ad altri autori o forme d’arte al maturando noti, si chiede di elaborare una riflessione sulle modalità con cui la letteratura e/o altre arti affrontano i temi del progresso scientifico-tecnologico e delle responsabilità della scienza nella costruzione del futuro dell’umanità.

Analisi di un testo in prosa

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Come seconda traccia di analisi del testo, per la prosa, è un brano tratto da "Gli indifferenti" di Alberto Moravia. Si tratta del romanzo d'esordio di Alberto Moravia, pubblicato nel 1929.

Gli indifferenti è il romanzo d’esordio di Alberto Pincherle, in arte Alberto Moravia (1907-1990). I protagonisti sono i fratelli Carla e Michele Ardengo, incapaci di opporsi ai propositi di Leo Merumeci, amante della loro madre Mariagrazia, che in modo subdolo tenta di impossessarsi dei beni e della villa di loro proprietà.

«Tutto lo guardano. Ma vediamo, Merumeci, – supplicò la madre giungendo le mani, – non vorrà mica mandarci via così su due piedi?… Ci conceda una proroga…Ne ho già concesse due, – disse Leo, – basta… tanto pià che non servirebbe ad evitare la vendita…Come non evitare? – domandò la madre.
Leo alzo finalmente gli occhi e la guardò:Mi spiego: a meno che non riuscita a mettere insieme ottocentomila lire, non vedo come potreste pagare se non vendendo la villa…
La madre capì, una paura vasta le si apre davanti agli occhi come una voragine impallidì, guardò l’amante;  ma Leo tutto assorto nella contemplazione del suo sigaro non la rassicurò:Questo cosa significata – Disse Carla – Che dovremmo lasciare la villa e andare abitare in un appartamento di poche stanze?Già – rispose Michele, – proprio così.
Silenzio. La paura della madre si ingigantiva; non aveva mai voluto sapere di poveri e neppure conoscerli di nome, non aveva mai voluto ammettere l’esistenza di gente dal lavoro faticoso e dalla vita squallida: «Vivono meglio di noi» aveva sempre detto; «noi abbiamo maggiore sensibilità e più grande intelligenza e perciò soffriamo più di loro…»; ed ora, ecco, improvvisamente ella era costretta a mescolarsi, a ingrossare la turba dei miserabili; quello stesso senso di ripugnanza, di umiliazione, di paura che aveva provato passando un giorno in un’automobile assai bassa attraverso una folla minacciosa e lurida di scioperanti, l’opprimeva; non l’attarivano i disagi e le privazioni a cui andava incontro, ma invece il bruciore, il pensiero di come l’avrebbero trattata , di quel che avrebbero detto le persone di sua conoscenza, tutta gente ricca, stimata ed elegante; ella si vedeva, ecco… povera sola, con quei due figli, senza amicizie ché tutti l’avrebbero abbandonata, senza divertimenti, balli, lumi, feste, conversazioni: oscurità completa, ignuda oscurità. Il suo pallore aumentava: «Bisognerebbe che gli parlassi da sola a solo», pensava attaccandosi all’idea della seduzione: «senza aMichele e senza Carla… allora capirebbe». Guardò l’amante.Lei, Merumeci, – propose vagamente – ci conceda ancora una proroga, e noi il denaro lo si troverà in qualche modo».

Il candidato può rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte. Al candidato si chiede di commentare il brano proposto, elaborando una riflessione sulla rappresentazione del mondo borghese come delineato criticamente da Moravia.

Tracce della tipologia B

Per la tipologia B sono tre le tracce proposte (tema storico-politico, tema artistico-letterario e tema tecnico-scientifico).

Tema artistico-letterario

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Per il tema artistico-letterario quest'anno la proposta B3 è Oriana Fallaci, "Intervista con la storia".

«La storia è fatta da tutti o da pochi? Dipende da leggi universali o da alcuni individui e basta? È un vecchio dilemma, lo so, che nessuno ha risolto e nessuno risolverà mai. È anche una vecchia trappola in cui cadere è pericolosissimo perché ogni risposta porta in sé la sua contraddizione. Non a caso molti rispondono col compromesso e sostengono che la storia è fatta da tutti e da pochi, che i pochi emergono fino al comando perché nascono al momento giusto e sanno interpretarlo. Forse. Ma chi non si illude sulla tragedia assurda della vita è portato piuttosto a seguire Pascal, quando dice che, se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, l’intera faccia della terra sarebbe cambiata; è portato piuttosto a temere ciò che temeva Bartrand Russo quando scriveva:  «Lascia perdere, quel che accade nel mondo non dipende da te. Dipende dal signor Krusciov, dal signor Mao Tse-Tung, dal signor Foster Dulles. Se loro dicono “morito” noi morremo, se loro dicono “vivete” noi vivremo». Non riesco a dargli torto. Non riesco a escludere insomma che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi. Quei pochi che attraverso le idee, le scoperte, le rivoluzioni, le guerre, addirittura un semplice gesto, l’uccisione di un tiranno, cambiano il corso delle cose e il destino della maggioranza. Certo è un’ipotesi atroce. È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo? Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di cantonò, foglie trascinante dal vento?»

Il candidato può rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tute le domande proposte.

L’ipotesi con cui Oriani Fallaci conclude il suo pensiero sulla storia, si riferisce ai tempi della Guerra Fredda e della minaccia nucleare. Tuttavia, da allora, il susseguirsi di tensioni e conflitti non accenna a placarsi, anche nel nostro continente. Al candidato si chiede se a suo avviso la situazione è ancora oggi nei termini descritti dalla giornalista e di rispondere anche con esempi tratti dalle proprie conoscenze degli avvenimenti internazionali e dalle letture elaborando un testo che presenti le personali tesi sostenute da adeguate argomentazioni.

Tema storico-politico

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Per il tema storico-politico la proposta B1 di quest'anno riguarda un brano di Federico Chabod "L'idea di Nazione".

«[…] è ben certo che il principio di nazionalità era una gran forza, una delle idee motrici della storia del secolo XIX. Senonché, occorre avvertire ben chiaramente che esso principio si accompagna allora, indissolubilmente, almeno negli italiani con due altri principi, senza di cui rimarrebbe incomprensibile, e certo sarebbe incompleto. Uno di questi principi, il più collegato anzi con l’idea di nazionalità, era quello di libertà politica […]. In alcuni casi, anzi, si deve fin dire che prima si vagheggiò un sistema di libertà all’interno dello Stato singolo in cui si viveva, e poi si passò a desiderare la lotta contro lo straniero, l’indipendenza e in ultimo l’unità, quando cioè ci s’accorse che l’un problema non si risolveva senza l’altro. E fu proprio il caso del conte di Cavour, mosso dapprima da una forte esigenza liberale, anelante a porre il suo paese al livello raggiunto dalle grandi nazioni libere dell’Occidente (Francia e Inghilterra); e necessariamente condotto a volere l’indipendenza, e poi ancora l’unità. […]

Quanto al Mazzini, credo inutile rammentare quanto l’esigenza di libertà fosse in lui radicata: a tal segno da tenerlo ostile alla monarchi, anche ad unità conseguita, appunto perché nei principi egli vedeva i nemici del vivere libero. Egli è repubblicano appunto perché vuole la libertà: piena, assoluta, senza mezzi termini e riserve. Il Manifesto della Giovine Italia è già più che esplicito: «Pochi intendono, o paiono intendere la necessità prepotente, che contende il progresso vero all’Italia, se i tentativi non si avviino sulle tre basi inseparabili dell’indipendenza, della Unità , della Libertà». E più tardi, nell’appello ai Giovani d’inali, ch’è dael 1859, nuova, nettissima affermazione « Adorate la Libertà. Rivendicatela fin dal primo sorgere e serbatela gelosamente intatta…» Il secondo principio che s’accompagnava con quello di nazione, era quello europeo. Pensiamo al Mazzini, anzitutto. Egli, che esalta tanto la nazione, la patria, pone tuttavia la nazione in connessione strettissima con l’umanità. La nazione non è fine a se stessa: anzi! È mezzo altissimo, nobilissimo, necessario, ma mezzo, per il compimento del fine supremo: l’Umanità, che è la Patria delle Patrie, la Patria di tutti. Senza Patria, impossibile giungere all’Umanità: che nazioni sono «gl’individiu dell’umanità come i cittadini sono gl’individui della nazione… Patria ed Umanità sono dunque egualmente sacre». Ora, l’umanità è ancora, essenzialmente, per il Mazzini, Europa: ed infatti insistente e continuo è il suo pensare all’Europa, l’Europa giovane che, succedendo alla vecchia Europa morene, l’Europa del Papato, dell’Impero, della Monarchia e dell’Aristocrazia, sta per sorgere.»

Al candidato si chiede di rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposta. Di riassumere il contenuto del testo e di esporre le proprie considerazioni sull’argomento proposto da Federico Chabod nel brano riflettendo sul valore da attribuire all’idea di nazione, facendo riferimento a quanto appreso nel corso degli studi e letture personali. Elaborare un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso.

Tema tecnico-scientifico

Per il tema tecnico-scientifico di tipologia B, infine, la traccia riguarda un testo di Piero Angela, "Dieci cose che ho imparato".

«In questo nuovo panorama, ci sono cambiamenti che “svettano” maggiormente rispetto ad altri. Uno è la diminuzione del costo relativo delle materie prime e della manodopera rispetto al “software, cioè alla conoscenza, alla creatività. Questo sta succedendo, anche in certe produzioni tradizionali, come quelle di automobili, ma soprattutto per i prodotti della microelettronica, come telefonini, tablet, computer. Si è calcolato che nel costo di un computer ben il 90% sia rappresentato dal software, cioè dalle prestazioni del cervello. Quindi l’elaborazione mentale sta diventando la materia prima più preziosa. Uno studio della Banca mondiale ha recentemente valutato che l’80% della ricchezza dei paesi più avanzati è “immateriale”, cioè è rappresentata dal sapere. Ed è questo che fa la vera differenza tra le nazioni. La crescente capacità di innovare st accentuando quella che gli economisti chiamano la “distruzione creativa”, vale a dire l’uscita di scena dei attività obsolete e l’ingresso di altre, vincenti. Pericolo a cui vanno incontro tante aziende che oggi appaiono solide e inattaccabili. Si pensi a quello che è successo alla Kodak, un gigante mondiale della pellicola fotografica è praticamente scomparso  e la Kodak non è riuscita a restare competitiva nel nuovo mercato delle macchine fotografiche digitali. Dei piccoli cervelli creativi hanno abbattuto un colosso planetario. Per questo è così importante il ruolo di chi ha un’idea in più, un brevetto innovativo, un sistema produttivo più intelligente. Teniamo presente che solo un sistema molto efficiente è in grado di sostenere tutte quelle attività non direttamente produttive (a cominciare da quelle artistiche e culturali) cui teniamo molto, ma che dipendono ancora dalla ricchezza disponibile».

Il candidato può rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte. Si chiede di riassumere il contenuto del brano e individuare la tesi con le argomentazioni a supporto. Quali sono le conseguenze della cosiddetta “distruzione creativa”? Cosa intende Piero Angela con l’espressione “ricchezza immateriale”? Esiste un rapporto tra sistema efficiente e ricchezza disponibile: quale caratteristica deve possedere, a  giudizio dell’autore un “sistema molto efficiente”?

Tracce della tipologia C

Le tracce della tipologia C alla Maturità 2023 riguardano temi di attualità, ecco quelle proposte quest'anno:

Prima traccia di attualità

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"Lettera aperta al Ministro Bianchi sull'esame di Maturità". Agli studenti viene chiesto di esporre il proprio punto di vista e di confrontarsi in maniera critica con le tesi espresse nel testo.

«Gentile Ministro Bianchi,
a quanto abbiamo letto, Lei sarebbe orientato a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta. Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingesso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione. È nell’interessa della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione. Infine la scuola, che delle promozione si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni. Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno); ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti».

Nella Lettera aperta indirizzata nel dicembre 2021 a Bianchi, allora Ministro dell’Istruzione, i firmatari, illustri esponenti del mondo accademico e culturale italiano, hanno espresso una serie di riflessioni relative all’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Al candidato si chiede di esporre il proprio punto di vista e confrontarsi in maniera critica con le tesi espresse nel testo.

Seconda traccia di attualità

Per la seconda traccia del tema di attualità si parte da un testo di Marco Belpoliti: "Elogio dell'attesa nell'era di Whatsapp".

“Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo in tempo reale come si è cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è “Simultaneo”. Scrivo una mail e attendo la risposta immediata. Se non m’arriva mi infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano in tempi lenti, Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall’attesa: la gestazione, l’adolescenza, l’età adulta. C’è un tempo per ogni cosa e non è mai un tempo immediato (…).

Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi di attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall’inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più di fretta. L'efficienza compulsiva è diventata uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare, o, peggio ancora, perdere tempo? (…). Eppure ci sono ancora tanti tempi morti: “Si prega di attendere” è la risposta che danno i numeri telefonici che componiamo quasi ogni giorno.

Aspettiamo nelle stazioni, negli aeroporti, agli sportelli, sia quelli reali che virtuali. Attendiamo sempre eppure non lo sappiamo più fare. Come minimo ci innervosiamo. L’attesa provoca persino rancore. Pensiamo: non si può fare più velocemente?”

Nell’articolo di Marco Belpoliti viene messo in evidenza un atteggiamento oggi molto comune: ovvero quello del non sapere attendere, il volere tutto subito.

A partire dal testo proposto e traendo spunto dalle proprie esperienze, conoscenze e letture, al candidato si chiede di riflettere su quale valore possa avere l’attesa nella società del “tempo reale”.

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