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Dieci cose che ho imparato di Piero Angela: di cosa parla e perché è importante leggerlo

Tra le tracce della maturità 2023 c’è anche Piero Angela con un testo tratto dal suo “Dieci cose che ho imparato”, libro postumo che è il suo testamento, curato dal figlio Alberto.
A cura di Andrea Parrella
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Tra le tracce della maturità 2023c'è anche il nome di Piero Angela. Il nome del grande divulgatore scientifico scomparso ad agosto del 2022 è tra le possibili scelte per la prima prova, in relazione al suo testo "Dieci cose che ho imparato", di fatto un libro testamento di Angela, l'ultimo da lui pubblicato.

Una decisione, quella del ministero, che se possibile esalta ancora di più la figura di un personaggio simbolo della cultura italiana degli ultimi decenni, un uomo che è riuscito a utilizzare la televisione come incredibile strumento di propagazione della conoscenza, stimolando in migliaia di persone una sana curiosità per i segreti della realtà, nonché lo stimolo ad approfondire molte materie a livello professionale. In tante e tanti tra, studiosi e scienziati, hanno riconosciuto ad Angela il merito di essere stato un riferimento e uno stimolo nella scelta del percorso di studi.

"Dieci cose che ho imparato", la prefazione di Alberto Angela

Quello di Piero Angela è una sorta di testamento, pubblicato dopo la morte dell'autore e curato da Alberto Angela che ne ha scritto la prefazione, in cui afferma di sentire la mancanza della “sicurezza della sua saggezza, la sua onestà intellettuale e la “capacità, razionale e limpida, di mettere insieme cose poco note”. È un libro  che parte da una considerazione: "Com’è possibile che un Paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci?". Quella di Angela è una domanda che fa emergere i limiti strutturali del sistema scolastico e accademico italiano.

Non a caso il libro, che si sviluppa in 10 capitoli, si concentra sui campi in cui sarebbe necessario agire quanto prima per risollevare il Paese: dall’ambiente all’energia, dalla scienza alla tecnologia, passando per la televisione e i comportamenti sociali.

La copertina dell'ultimo libro di Piero Angela, edito da Mondadori
La copertina dell'ultimo libro di Piero Angela, edito da Mondadori

Un'Italia che si è fermata

Secondo Angela, la grande cultura tradizionale e umanistica italiana “non può più illuminare e guidare il nostro tempo se non si integra con una nuova visione della realtà”. Visione attuabile solo riparametrando l'approccio alla ricerca e, concretamente, spendendo e innovando in produttività: "è il miglior investimento, quello che rende maggiormente in prospettiva”. Nel suo libro Angela rimarca come il progresso straordinario dell'Italia a partire dal 1861 si sia sostanzialmente arrestato negli ultimi 25, in relazione a una scarsa produttività che si è tradotta in bassa crescita economica. Il tutto esacerbato, secondo Piero Angela, da un "eccesso di lauree in discipline artistiche, umanistiche e in scienze sociali, che sono il doppio in Italia rispetto alla Germania".

La centralità della ricerca

Un testo di fondamentale importanza per capire meglio il passato il recente dell'Italia e avere un'idea del futuro. La scienza al centro, gli investimenti in questo campo, questioni che di rado sono al centro del dibattito politico. Come ribadisce Angela: "Sono la scienza porta ad una conoscenza reale e «permette di separare il probabile dall’improbabile, il credibile dalla leggenda, il vero dal falso".

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