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Esami di Maturità 2024

Piero Angela alla maturità restituisce dignità a quella Tv che lui ha saputo usare meglio di tutti

Tra le tracce dell’esame di Maturità 2023 c’è anche Piero Angela. Una scelta che implicitamente riconosce alla Tv il suo peso e restituisce dignità a uno strumento da sempre costretta ad aspirare a qualcosa di diverso da sé per avere una rilevanza intellettuale.
A cura di Andrea Parrella
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Le tracce degli esami di maturità si rivelano sempre un piccolo ritratto del paese. Quest'anno c'è Piero Angela tra gli autori scelti per la Maturità 2023. Gigante della cultura, icona della Tv. La televisione, appunto, quello strumento diabolico eternamente al centro di un dibattito culturale sull'utilità della propria funzione che Angela, forse più di chiunque, è riuscito a capire e sfruttare in tutto il suo potenziale. La sua è stata esaltazione massima della funzione accademica di questo strumento, rimasta tale anche quando la Tv ha subito una torsione verso un'identità commerciale.

Super Quark è sopravvissuto a questa svolta, Piero Angela c'è stato sempre, è diventato un faro culturale e morale del paese e quelle di persone da lui spinte a scegliere la ricerca, vera e propria corsa a ostacoli in Italia, non sono solo leggende, ma solide realtà.

Il testo di Piero Angela scelto per la Maturità 2023, Dieci cose che ho imparato, non parla propriamente di televisione. Si tratta di una dissertazione sullo stato dell'arte dell'Italia dal punto di vista della ricerca scientifica e del conseguente sviluppo economico. Un libro che ha valore di testamento, se non altro perché postumo, pubblicato dopo la scomparsa di Angela. Tuttavia, quando si parla di questa icona, l'elemento televisivo è intrinseco, implicito, ineludibile.

Per questa ragione, a voler fare della speculazione, potremmo dire che l'inserimento del nome di Piero Angela tra quelli delle tracce della Maturità 2023 rappresenti anche un riconoscimento di dignità nei confronti di uno strumento, la Tv appunto, da sempre costretta ad aspirare a qualcosa di diverso da sé pur di essere considerato intellettualmente rilevante. La televisione, in fondo, è una forma di linguaggio, forse la più potente che sia mai esistita. E come si sa, da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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