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Trieste, scopre di aver preso una multa e bestemmia: il vigile gliene fa un’altra

Un automobilista di Trieste è stato sanzionato per aver bestemmiato dopo una prima contravvenzione per divieto di sosta. L’uomo si sarebbe arrabbiato per la prima multa e avrebbe pronunciato qualche parola di troppo davanti al vigile urbano che, codice alla mano, ha applicato la legge elevando una seconda contravvenzione.
A cura di Susanna Picone
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Prende una multa, si arrabbia, e lamentandosi col vigile scappa anche qualche bestemmia. E per queste imprecazioni di multa ne prende un’altra. È quanto accaduto qualche giorno fa a Trieste, dove a un automobilista sono state fatte due multe in pochi minuti. A riportare la vicenda è il quotidiano Il Piccolo. A quanto ricostruito, l’automobilista multato aveva lasciato la macchina di lavoro in una zona di carico e scarico in piazza della Borsa ma evidentemente le operazioni hanno richiesto più tempo del previsto e un vigile urbano ha elevato una prima sanzione per divieto di sosta. Quando l’automobilista è tornato al suo veicolo e ha visto la multa si è alterato e ha iniziato a discutere col vigile urbano. Una discussione che ben presto si è animata e sono volate alcune bestemmie. Codice alla mano, l’agente ha fatto una nuova multa da centodue euro come previsto dall'articolo 724 del codice penale.

Bestemmie e multe, cosa dice la legge – “Chiunque pubblicamente  bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità (o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato) è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da cinquantuno euro a trecentonove euro”, dice la legge. Come scrive ancora il quotidiano Il Piccolo, a raccontare quanto accaduto all’automobilista triestino è stato un parente che su Facebook ha riportato la “disavventura” della doppia multa. E qualcuno sui social non ha rinunciato a commentare: “Se beccavano me, arrivano a tremila euro”. Fino al 1999 la bestemmia era un reato penale, poi è stato depenalizzata a illecito amministrativo. La sanzione può andare appunto da un minimo di cinquantuno a un massimo di trecentonove euro.

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