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Stop al bagaglio a mano, Ryanair attacca: “Così aumenta il contagio, ecco perché”

“È meno rischioso l’imbarco seguendo un ordine sequenziale sulla base della posizione del sedile” ha spiegato il numero uno di Ryanair, Eddie Wilson, attaccando senza mezze misure lo stop al bagaglio a mano deciso dall’Enac per la nuova fase del trasporto aereo in Italia dopo l’emergenza coronavirus.
A cura di Antonio Palma
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“Rispettiamo la decisione, ma sembra una norma pensata da persone che non sanno come funziona il trasporto aereo”, così il numero uno di Ryanair, Eddie Wilson, attacca senza mezze misure lo stop al bagaglio a mano deciso dall’Enac per la nuova fase del trasporto aereo in Italia dopo l’emergenza coronavirus. Secondo l’amministratore delegato della compagnia aerea low cost, il provvedimento, pensato come norma anti-contagio, addirittura “rischia di avere conseguenze opposte a quelle auspicate” e cioè aumentare i contatti tra le persone e quindi i rischi di contagio.

“Questo divieto aumenta le occasioni di assembramento. In primo luogo le persone sono costrette a fare le code ai banchi del check-in per depositare i bagagli e questo avviene in aree dell’aeroporto con spazi che non consentono di rispettare la distanza sociale” ha spiegato Wilson in una intervista al Corriere della Sera, sottolineando che “è meno rischioso l’imbarco seguendo un ordine sequenziale sulla base della posizione del sedile”. Il riferimento è alla scelta di non permettere più l’uso delle cappelliere che, anche secondo l’organizzazione Onu dell’aviazione civile, renderebbero la situazione a bordo più caotica.

Al momento a bordo è possibile portare solo una piccolissima valigetta da otre mettere sotto il sedile durante il viaggio, tutto il resto dovrà andare in stiva. “Così però la valigia viene toccata da altre persone che si occupano di metterla in stiva, quindi di scaricarla e depositarla sul nastro di consegna. Nastro che diventa altra occasione di assembramento a destinazione” ha obiettato il Ceo di Ryanair. La compagnia insieme ad altre ha già inviato le sue osservazioni agli organi competenti e ricorda che l’Italia è l’unico Paese europeo ad aver adottato questo criterio sen tendere regole comuni come pure aveva chiesto l’Agenzia europea per la sicurezza aerea

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