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“Sono stanco del razzismo qui in Italia, vado via dopo 20 anni per dare un futuro ai miei figli”

Toppo razzismo e Diop Papadam, attivista senegalese di Bolzano volto noto del volontariato in città, emigra in Francia per dare altre prospettive ai propri figli: “Mi sento un corpo estraneo, mi chiedono sempre il permesso di soggiorno”.
A cura di Elia Cavarzan
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La storia di Diop Papadam, senegalese di 58 anni padre di due bambini di 8 e 6 anni, marito di Ndella, merita di essere racconta. Merita di essere raccontata perché è la storia di un uomo perfettamente inserito nel tessuto sociale ed economico della sua città, Bolzano, che ha però deciso di emigrare in Francia perché stanco di vedersi gli occhi puntati addosso a causa del colore della sua pelle. Nel 2022, in Italia, si è ancora costretti ad emigrare a causa del razzismo.

Lavoratore alla Iveco, sindacalista militante e primo delegato africano per lo stesso stabilimento, incrollabile presenza all'interno del mondo del volontariato di Bolzano, autore di innumerevoli iniziative a favore dei migranti, fondatore di una palestra popolare per i ragazzi della Don Bosco, colui che ha portato il plogging -jogging e raccolta dell'immondizia allo stesso tempo- a Bolzano.

E la lista continuerebbe ancora ad allungarsi nell'intrecciarsi di tutte quelle piccole testimonianze provenienti dalle persone che l'hanno conosciuto, che l'hanno amato. Perché Diop era una persona amata nei quartieri.

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Nei giorni scorsi, alla stampa locale, Diop Papadam ha annunciato la sua volontà di emigrare in Francia per via del troppo razzismo in città: "Sono stanco di andare in comune o in banca e di sentirmi sempre chiedere se ho il permesso di soggiorno", ha spiegato al quotidiano Alto Adige, "vivo in Italia da vent'anni anni, da dieci a Bolzano, ho la cittadinanza italiana e mi nausea vedere quelli che dicono di non voler affittare agli stranieri e quelli che lo fanno speculando dando una stanzetta a 500 euro al mese".

In questi giorni, molti amici, conoscenti, rappresentanti del mondo civile, partiti politici in consiglio comunale stanno ringraziando Diop per quello che ha fatto in città, ma niente sembra convincerlo a restare: "La mia famiglia è già a Grenoble, li raggiungerò". Per Diop Papadam non c'è nessun dubbio, e lo spiega molto bene nella lunga intervista rilasciata nel quotidiano: "La politica si riempie la bocca di belle parole ma poi non interviene duramente contro il razzismo. Chi discrimina deve essere punito altrimenti le cose non cambieranno mai. Viviamo cose che toccano nel profondo, che ledono la dignità, l'anima, l'identità di una persona". Le sue parole sono un macigno contro il razzismo dilagante.

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Diop Papadam se ne va, dopo aver regalato moltissimo alla città di Bolzano. La sua attenzione per il prossimo resta la sua eredità più grande per i bolzanini. Solamente lo scorso gennaio, Diop aveva soccorso un ragazzo che viveva sotto il Ponte Roma, riuscì a salvarlo intervenendo in anticipo sulla grave polmonite che lo stava consumando lentamente. Questo era Diop Papadam. L'amico italo-senegalese a cui tutti avremmo voluto stringere la mano per dire "grazie per quello che stai facendo per la città".

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