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Cambiamenti climatici

Simone, attivista climatico, rischia la sorveglianza speciale: “Non faccio più finta che va tutto bene”

Simone Ficicchia, 20 anni di Voghera, vive con i genitori e da febbraio 2022 ha partecipato a oltre 30 azioni tra imbrattamenti, occupazioni e blocchi stradali con Ultima Generazione. È ancora incensurato, per lui la Questura di Pavia ha richiesto la Sorveglianza Speciale.
A cura di Gianluca Orrù
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Simone Ficicchia ha vent'anni, vive a Voghera e studia all'università e al conservatorio. A diciassette anni ha cominciato interessarsi di politica e cambiamenti climatici partecipando alle mobilitazioni di Fridays for Future. Ma non gli basta, si sentiva "sempre più frustato" perché "non riuscivamo ad ottenere ascolto, a far senitre la nostra voce". Così nel dicembre 2021 si avvicina ad Ultima Generazione e a febbraio ha il suo battesimo partecipando alla sua prima azione di disobbedienza civile imbrattando la sede del Ministero per la Transizione Ecologica dell'allora ministro Cingolani. Da quel momento l'attivismo diventa il centro della sua vita, accantona gli studi e comincia a dedicarsi alla causa a tempo pieno. Con l'inizio del nuovo anno dovrà presentarsi in tribunale: per lui è stata chiesta una misura di sorveglianza speciale.

"So che a molti i nostri metodi non piacciono, anche se condividono le nostre preoccupazioni –  spiega Simone – ma stiamo ottenendo visibilità, stiamo riuscendo a spiegare cosa sta succedendo. I dati ci dicono che se non facciamo qualcosa, se non cambiamo la nostra economia non avremo un futuro. Io non me la sento di prendere un diploma, di farmi la mia vita facendo finta che stia andando tutto bene, che non siamo sull'orlo della catastrofe bioclimatica. Voglio poter guardare in faccia un giorno i miei ipotetici figli per poter dire loro che ho fatto tutto quello che potevo per garantire a loro e a me stesso un futuro migliore".

Simone Ficicchia durante l'azione di Ultima Generazione alla prima della Scala di Milano
Simone Ficicchia durante l'azione di Ultima Generazione alla prima della Scala di Milano

Da febbraio 2022 Simone partecipa a oltre 30 azioni tra imbrattamenti, occupazioni e blocchi stradali: "Mi sono incollato davanti al vetro della Primavera del Botticelli, al basamento di Forme Uniche nella Continuità dello Spazio di Boccioni al Museo del Novecento, al vetro di una vasca dei delfini dell'Acquario di Genova a Ferragosto di quest'anno". Ultima Generazione è un movimento che pratica la disobbedienza civile e programmaticamente pacifista, si tratta sempre di azioni simboliche o che interrompono il normale scorrere dei flussi di merci e persone.

"La richiesta della Questura di applicare il Codice Antimafia e di considerarmi come un mafioso o un terrorista è assurda, io sono sereno, è un tipo di repressione che avevamo messo in conto". Cosa pensa chi gli sta vicino del suo impegno? "Molte persone in realtà mi stanno dicendo che mi sto rovinando la vita, che magari è giusto farlo ma che non dovrei farlo io, ma io credo che nessuno era mai d'accordo con le rivoluzioni finché non sono successe davvero. Non credo di essere un terrorista". A Simone la Questura contesta il suo essere protagonista delle mobilitazioni climatiche e di mettere in gioco, a volto scoperto, se stesso, lo ritiene per questo un "soggetto socialmente pericoloso".

La misura a cui rischia di essere sottoposto comporta l'obbligo di dimora nel comune di residenza e un "coprifuoco" notturno, con verifiche da parte delle forze dell'ordine dell'effettiva presenza in casa della persona oggetto della misura di Sorveglianza Speciale; questo complica la vita e la quotidianità di Simone, che ancora vive con i suoi genitori.

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"Il rapporto con i miei genitori si è incrinato – racconta Simone – è difficile per un genitore rendersi conto di avere un figlio sottoposto a misure così pesanti, a qualsiasi ora potrebbero citofonare gli agenti e chiedere se sono in casa, però io continuo a pensare che pian piano capiranno quello che mi sta succedendo e il loro supporto tornerà ad esserci, anche se magari con tanta fatica". La richiesta della Questura di Pavia sarà discussa a Milano il 10 gennaio, quando è annunciata anche una mobilitazione di solidarietà.

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