Simona sbranata dai cani a guardia del gregge durante la passeggiata: pastore condannato a 3 anni
Tre anni di carcere per omicidio colposo, è questa la condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Catanzaro nei confronti di Pietro Rossomanno, il pastore proprietario dei cani da gregge che attaccarono e sbranarono la ventenne Simona Cavallaro, mentre passeggiava per i boschi insieme a un amico a Satriano, in provincia di Catanzaro, nell’agosto di due anni fa. La sentenza è arriva ieri al termine del processo svoltosi col rito abbreviato davanti al Gup di Catanzaro, Sara Merlini, e che ha permesso all’uomo di accedere al beneficio dello sconto di pena.
Riconosciuta dunque la colpa dell’uomo nella drammatica vicenda della ragazza calabrese che si trovò circondata e attaccata da un branco di cani composto da ben 12 esemplari. La pena inflitta all’imputato però è decisamente inferiore a quella richiesta dal pubblico ministero che aveva avanzato l’ipotesi di 15 anni per l’allevatore accusandolo di non aver vigilato sul branco di cani posto a guardia di un gregge di pecore e capre, causando così l'aggressione mortale degli animali verso Simona Cavallaro.
Al pastore, che era stato anche arrestato e poi scarcerato, erano contestati anche i reati di introduzione e abbandono di animali e di invasione e occupazione abusiva di terreni. Quest’ultimo reato era addebitato anche alla madre 69enne che viveva con lui in un terreno poco lontano e che è stata condannata nello stesso processo a 8 mesi di reclusione con pena sospesa. Per l’accusa infatti entrambi avrebbero invaso arbitrariamente e occupato un terreno pubblico dove tenevano gli animali e dove è stato rinvenuto anche un fabbricato rurale adibito ad azienda zootecnica e a civile abitazione in cui entrambi vivevano.
Proprio nella zona si è consumata la tragedia che ha portato alla morte di Simona Cavallaro il 26 agosto del 2021. La giovane quella mattina stava perlustrando la zona con un amico per un pic nic da fare in gruppo nel weekend successivo senza sapere però che era usata per far pascolare abusivamente un gregge, accompagnato da cani pastore.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i cani hanno inseguito i due che avevano poi trovato rifugio in una chiesetta. Convinti che i cani si fossero allontanati, avevano poi provato a raggiungere l'auto parcheggiata più lontano ma il branco è tornato all'attacco accanendosi sulla giovane che era rimasta indietro mentre l'amico chiamava i soccorsi.
L’autopsia ha stabilito che Simona Cavallaro è stata attaccata alle spalle e alle gambe, probabilmente mentre tentava di fuggire. La ragazza ha cercato anche di difendersi e infatti sotto le sue unghie sono stati trovati peli di cane, ma è stata sbranata ed è morta per lo shock emorragico dovuto alle lesioni multiple agli arti inferiori e alla testa.