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Sentenza Ciatti, il padre Luigi: “Volevamo l’ergastolo, impulso per la giustizia che Niccolò merita”

Il padre di Niccolò Ciatti ha commentato ai microfoni di Fanpage.it la sentenza riguardante l’omicidio del giovane 22enne. “Un disastro, ci aspettavamo l’ergastolo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Un disastro, ci aspettavamo l'ergastolo. Certo non è un disastro perché sono comunque 23 anni, una pena più severa di quella spagnola. Questi 23 anni sono un impulso verso la giustizia che Niccolò merita". A parlare ai microfoni di Fanpage.it è Luigi Ciatti, padre del 22enne ucciso a botte nel 2017 davanti a una discoteca di Lloret de mar dopo una discussione sulla pista da ballo.

"Bissoultanov non ha avuto il massimo della pena perché non sono state considerate le aggravanti per motivi che non capisco – ha spiegato ancora dopo la sentenza che ha condannato il ceceno latitante a 23 anni di carcere -. Questi anni sono sicuramente un impulso verso la giustizia che Niccolò merita e un impulso alle ricerche, perché quest'uomo è ancora libero, è latitante da qualche parte".

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Ciatti si è augurato che la condanna della Corte di Assisi di Roma sia un "impulso" per le ricerche del giovane ceceno già condannato a 15 anni di carcere dal tribunale spagnolo e attualmente latitante. "Purtroppo – ha continuato – noi non abbiamo alcuna consolazione. Il vero condannato innocente in questo caso è il nostro Niccolò: ci siamo ritrovati nell'agosto del 2017 a dover correre in Spagna per vedere nostro figlio in un letto di ospedale e un anno fa abbiamo dovuto assistere anche alla scarcerazione del responsabile con motivazioni allucinanti".

Niccolò Ciatti (Facebook)
Niccolò Ciatti (Facebook)

Il padre del 22enne morto davanti a una discoteca di Lloret de mar ha poi fatto riferimento ai tempi della giustizia e alla durata del processo italiano. "Ci siamo trovati davanti a un processo durato tantissimo per una sentenza di soli 23 anni di carcere. Siamo solo in primo grado – ha sottolineato Luigi Ciatti -. Forse quando vedremo Bissoultanov in carcere e riusciremo a processare il suo complice, allora troveremo non pace, ma forse una maggiore serenità".

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