“Sei un negro di m…, vai via”: aggressione a sfondo razziale all’Argentario, vittima ha 18 anni
"Sei un negro di m…, te ne devi andare": vittima dell'aggressione a sfondo razziale, avvenuta in uno stabilimento all'Argentario sulla spiaggia della Giannella, a Orbetello (Grosseto), il giorno di Ferragosto, è un ragazzo di 18 anni di origine senegalese, ospite di una comunità in provincia di Terni. A riportare l’episodio è il quotidiano Il Tirreno. Il giovane era con la comunità della quale è ospite e sono stati gli operatori che erano con i ragazzi a chiedere l'intervento dei carabinieri. Secondo la ricostruzione del quotidiano, il fatto sarebbe accaduto allo stabilimento Tuscany Bay, fondato dal cantante napoletano Pino Daniele.
Denunciato un 40enne romano – In seguito agli accertamenti i carabinieri hanno rintracciato il presunto aggressore del giovane africano in un campeggio della zona. Si tratta di un turista romano di 40 anni. Secondo la ricostruzione, visibilmente ubriaco, l’uomo si è avvicinato al ragazzo e lo ha preso per il collo strattonandolo e urlandogli che non doveva essere lì. Poi è scappato via. Quando lo hanno rintracciato i militari hanno scoperto che il quarantenne – che ha anche il corpo ricoperto da tatuaggi inneggianti al Ventennio fascista – avrebbe precedenti per rissa e resistenza a pubblico ufficiale. A quanto si apprende l’uomo, una volta rintracciato, avrebbe confermato ai carabinieri l'accaduto aggiungendo che "quel ragazzo di colore non avrebbe dovuto essere lì perché africano". Il quarantenne è stato denunciato direttamente dai carabinieri per lesioni personali con l'aggravante dell'odio e della discriminazione razziale.
Denunciato un altro episodio di razzismo in Marenna due settimane fa – Come ricordano i quotidiani locali, non è la prima volta che vengono denunciati episodi di razzismo in Maremma. A Castiglione della Pescaia due settimane fa un giovane senegalese è stato aggredito e picchiato sulla spiaggia da un albanese perché aveva steso l'asciugamano sotto lo stesso gazebo dove c'era la famiglia dell'aggressore.